“Sono profondamente amareggiato e deluso quando si ipotizza che un farmacista violi i principi basilari della propria missione verso la prevenzione e il controllo della salute pubblica, macchiandosi persino di reati che vanno contro quelle norme morali poste a garanzia del cittadino, della collettività e a tutela dell’etica, della dignità e del decoro della professione del farmacista, infangando la natura stessa di questo lavoro sociale”: con queste parole il presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Udine, Michele Favero, commenta la sconvolgente notizia che ha portato qualche giorno fa all’arresto del farmacista di Cervignano, Edoardo Vidali, 42 anni (uno dei due soci titolari della farmacia Sant’Antonio, in centro a Cervignano, accanto al Duomo) con l’accusa di spaccio di cocaina. “Se verranno confermati i reati addebitati, ciò comporterebbe inevitabilmente una violazione non soltanto dei singoli articoli del Codice deontologico che regolamenta la nostra professione pubblica – specifica il presidente Favero – ma del senso stesso dell’essere farmacista il cui scopo deve essere sempre il bene del paziente, del suo stile di vita, della sua presa di coscienza responsabile del tema-salute e qualità della vita”.
Il Consiglio dell’Ordine dei farmacisti – che è ente pubblico titolato dal Ministero della Giustizia e della Salute a garantire a tutti i cittadini i requisiti di professionalità e di correttezza del comportamento degli iscritti all’Albo professionale, come recita l’articolo 1 del Codice deontologico – è stato convocato d’urgenza per affrontare il ‘caso Vidali’, fra l’altro un caso emerso per un’altra indagine alla quale gli investigatori stavano lavorando (l’ipotesi di vendita di farmaci senza prescrizione medica, filone d’inchiesta che ha poi portato all’indagine per spaccio di stupefacenti, ndr). Nei prossimi giorni il Consiglio ordinistico dichiarerà – a norma dell’art. 43 del D.P.R. n. 221/1950 – la sospensione immediata del farmacista Edoardo Vidali dall’Albo dei farmacisti per tutto il periodo della custodia cautelare e contestualmente aprirà il procedimento disciplinare a carico del dottore sul quale pende l’accusa di cessione (anche a minorenni) dietro pagamento, di stupefacenti nel periodo fra agosto e novembre 2011 e la vendita, dal 2007 al 2011, di farmaci senza ricetta medica. Quando le ipotesi di reato verranno confermate, il Consiglio dell’Ordine valuterà se il comportamento del Vitali sia compatibile con la professione di farmacista. La massima sanzione che il Consiglio di disciplina può infliggere è la radiazione dall’Albo professionale.
Il servizio erogato dalla farmacia nella quale operava il Vidali viene garantito perché “la farmacia è gestita da una società il cui direttore responsabile non è coinvolto nei fatti e, per questo, riaprirà regolarmente lunedì 23 luglio”, specifica l’Ordine che ricorda come “tutti i farmacisti iscritti all’Albo sono tenuti a conoscere e osservare le norme e i principi contenuti nel Codice Deontologico e a tenere sempre – sottolinea il presidente Favero – anche al di fuori dell’esercizio della professione, una condotta consona al proprio ruolo, tale da non portare in nessun caso discredito alla professione”.