Nel nome dell’unità e del superamento di ogni apparente particolarismo
Sobria, partecipata e sentita. Nel nome dell’unità e del superamento di ogni apparente particolarismo. Libera da strumentalizzazioni, celebrata per non dimenticare, mai, chi perse la vita nelle lotte di Resistenza, caduto perché il Friuli di oggi, e chi lo abita, fossero liberi.
La libertà, una condizione essenziale per la completa e civile espressione dell’essere uomo. Condizione che comprende appieno solo chi ne è stato privato e che oggi, in carne e ossa, rende testimonianza di un dolore sempre vivo, per le nuove generazioni e perché la libertà continui a regnare.
La cerimonia dell’Anniversario della Liberazione, tenutasi questa mattina, 25 aprile, a Cividale del Friuli (Udine-Fvg), è stata esempio, espressione importante, di una volontà comune e sincera di essere uniti, tutti, al di là di ogni difficoltà, nel sacro rispetto di chi è morto, per far vivere in pace la popolazione di tutto il Friuli.
Lo ha sottolineato nel suo intervento il sindaco di Cividale del Friuli, Stefano Balloch, nel Parco Italia, alla presenza dei primi cittadini e amministratori comunali dei Municipi di Codroipo, Corno di Rosazzo, Enemonzo, Latisana, Lignano Sabbiadoro, Martignacco, Ovaro, Porpetto, San Daniele del Friuli, San Giovanni al Natisone, San Leonardo, San Pietro al Natisone, Santa Maria la Longa, Savogna, Stregna, Talmasssons, Tarvisio, Treppo Grande. Presente anche il primo cittadino di Premariacco. Hanno preso parte alla celebrazione, tra gli altri, il prefetto di Udine, Ivo Salemme, il Questore di Udine, Antonio Tozzi, l’assessore regionale Riccardo Riccardi, il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, l’onorevole Angelo Compagnon, numerose autorità civili e militari, associazioni combattentistiche e d’Arma. Presente il picchetto militare dell’8° Reggimento Alpini di Cividale e la Banda Cittadina di Cividale.
“Cividale e il suo comprensorio furono, purtroppo, anche luoghi di numerose esecuzioni – ha detto Balloch -, spesso seguite dall’abbandono sul posto dei corpi delle vittime, poi inumate solo grazie alla pietà e il coraggio del nostro illustre arciprete del tempo, monsignor Valentino Liva”.
Furono 105 i partigiani, militari e civili, fucilati in località “Fosse del Natisone”, 8 i partigiani fucilati nel campo sportivo, un partigiano trucidato in viale Gemona, senza dimenticare i partigiani impiccati a Premariacco e San Giovanni al Natisone e fucilati a Moimacco. Ma arrivò il giorno della pace, preceduto dalla liberazione di Cividale il Primo Maggio 1945, che vide protagonisti formazioni partigiane, garibaldine e osovane provenienti anche da località vicine: 12 partigiani caddero in quei giorni di cui 5 cividalesi. Erano Mario Strazzolini, Pasquale Perra, Francesco Zanuttig, Aldo Mulloni e Gino Sturam.
“Il Primo Maggio prossimo ricorderemo – ha detto Balloch -, con una cerimonia da organizzata dal Comune di Cividale in collaborazione con la locale sezione dell’Anpi, che ringrazio, la liberazione della città, presso il Monumento ai caduti per la Resistenza, nell’omonima piazza cittadina. Qui, già oggi, prima della celebrazione, ho deposto un mazzo di fiori a nome della Città di Cividale, alla presenza dei membri della locale sezione Anpi cittadina”. “Agli uomini che si sono battuti per il riscatto e la rinascita dell’Italia vanno la nostra gratitudine e ammirazione. Oggi, 67 anni dopo il 25 aprile 1945, il nostro compito è quello di contribuire a mantenere e rinsaldare un sentimento unitario. Quale che sia l’appartenenza politica, tutti insieme dobbiamo dare il giusto posto alle diverse tappe e alle molteplici componenti del processo che vide il popolo italiano protagonista del proprio riscatto. Ciò non significa rimuovere le distinzioni fra le parti in lotta, né azzerare il passato e cancellare i torti e le ragioni della nostra coscienza collettiva. Significa essere davvero eredi di quegli uomini e quelle donne che lottarono e morirono per la nostra libertà. Abbiamo, tutti insieme, oggi, la responsabilità e il dovere di costruire per tutti un futuro di certezze, di sicurezza, di pace e di libertà”.
“Mi unisco alle parole del sindaco Balloch – ha detto il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini -. Questa terra cividalese ha sofferto per la presenza di un confine difficile, linea che oggi non c’è più e, finalmente, i popoli sono oggi liberi e amici”. “Di grande significato le parole del primo cittadino di Cividale” ha sottolineato nell’orazione ufficiale il senatore Mario Toros. “Ricordiamo anche che decine di cividalesi e abitanti le Valli del Natisono combatterono e perirono non solo in Friuli ma anche, in nome della libertà, nelle lotte risorgimentali, in particolare nello scontro della breccia di Porta Pia”. È intervenuto, in chiusura, il sindaco di Tolmezzo, Dario Zearo, insieme a un membro della giunta del capoluogo carnico: “la scelta della sede della celebrazione del 25 aprile è quanto mai significativa per il sacrificio delle genti di queste città, entrambe Medaglia d’argento al Valor militare per l’importante ruolo di difesa dei rispettivi territori. Un tributo di sangue e dolore che purtroppo è stato anche strumentalizzato a meri fini politici, sia pure da una minoranza”.