Dal 21 aprile 2012 al Museo Archeologico
Nella nuova sala 16 del Museo Archeologico del castello di Torre, siamo di fronte alla ricostruzione possibile delle decorazioni parietali di due degli ambienti della villa romana di Torre di Pordenone, una delle più lussuose residenze dell’Italia settentrionale d’età augustea. Sono pitture raffinate e preziose che rientrano nel pieno III stile pompeiano (inizi del I sec.d.C.), che un tempo facevano parte della decorazione parietale della villa romana di Torre i cui resti vennero scoperti, lungo le sponde del Noncello, durante gli scavi effettuati dal conte Giuseppe di Ragogna nel 1950-52.
Il nuovo allestimento al Museo Archeologico è quello di ricreare la disposizione di alcuni lacerti di intonaco affrescato in una sequenza “verosimile”, e rendere così più comprensibile la lettura dei frammenti più significativi, che finora potevano essere apprezzati solo singolarmente senza una visione d’insieme. Dal primo allestimento del 1952 effettuato dal conte di Ragogna nel salone della sua dimora, il castello di Torre, alle prime esposizioni scientifiche del 1995 e 1996, le esigenze di valorizzare e rendere più comprensibili a un vasto pubblico i lacerti di affresco hanno spinto il Museo Archeologico e la Soprintendenza Archeologica, con il fondamentale contributo di un’esperta del settore, la prof. Monica Salvadori, pordenonese che insegna all’Università di Padova, ad un progetto di riesame dei frammenti (qualche migliaia in totale), intensificatosi nell’ultimo anno (2011). Con l’inaugurazione della sala dedicata, che avverrà sabato 21 alle 11, il pubblico potrà trovarsi di fronte a due spaccati di pareti dove i frammenti degli affreschi, molto lacunosi e trovati completamente decontestualizzati, sono inseriti in una ricomposizione possibile dell’impianto decorativo della villa.