Ad Aquileia il convegno sulle esperienza a confronto con esponenti del mondo universitario, soprintendenti, professionisti
Aquileia sta lavorando per diventare parco archeologico. L’iter richiede tempi non certo rapidi ma con la collaborazione di tutti i soggetti – Regione, Provincia, Ministero, Soprintendenza – si dovranno creare tutte le occasioni affinché la città patriarcale possa ottenere lo status di parco archeologico. Ad auspicarlo è il Presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, che oggi ha partecipato al convegno “Archeologia e parchi archeologici: esperienze a confronto” che si sta svolgendo in queste ore ad Aquileia (Palazzo Meizlik), con esponenti del mondo accademico italiano e internazionale, oltre che dei rappresentanti di Scuole archeologiche e Soprintendenze, organizzato dalla Fondazione Aquielia nell’ambito del progetto T-PAS finanziato dal programma cultura 2007-2013 dell’Unione europea. Il Ministero per i Beni e le attività culturali ha adottato nel 2012 le linee guida per la costituzione e la valorizzazione di questi parchi. Il parco archeologico è quell’ ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto (ex art. 101, comma 2, lett. e del Codice) sulla base di una specifica normativa istitutiva.
“La nostra amministrazione – ha dichiarato in apertura del convegno Fontanini – è fattivamente impegnata a facilitare tutti i passi affinché si creino le condizioni per questo traguardo. Naturalmente un parco archeologico richiede la programmazione e la gestione di aree delimitate, servizi adeguati, tour, visite, accoglienza di un certo tipo, scavi, progetti di valorizzazione e diffusione del patrimonio, oltre, ovviamente, a collegamenti, viabilità e trasporti all’altezza del bacino d’affluenza”. Per questo l’Ente ha stanziato circa 3 milioni e mezzo di euro per realizzare la variante che consentirà condizioni urbanistiche più efficaci.
L’iscrizione alla lista dei parchi certificati, inoltre, potrà favorire l’accesso dell’ente parco archeologico a possibili benefici, quali ad esempio forme privilegiate di finanziamento, agevolazioni fiscali, maggiore visibilità nelle reti nazionali e internazionali. Il riconoscimento di un parco archeologico dovrà fondarsi, ha ricordato il Presidente, su un progetto scientifico che riconosca, analizzi e valuti i caratteri storico-archeologici e paesaggistici dell’area di pertinenza. Il progetto sarà elaborato da specialisti diversi, chiamati poi a redigere una sintesi nella quale si proporrà una strategia unitaria per la conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico e paesaggistico e il suo inserimento nel contesto contemporaneo.
Hanno preso la parola gli esperti del settore: i docenti Francesca Ghedini (Università di Padova), Danilo Mazzoleni (Università di Roma Tre), Maria Raffaella Cassano (Università di Bari) e il soprintendente per i Beni archeologici del Fvg, Luigi Fozzati. Poi un excursus sui parchi archeologici in Grecia, Francia, Cordova.