Gabriele Di Luca è il regista attore di Carrozzeria Orfeo Salveremo il mondo prima dell’alba.
Gli sono compagni di recitazione Sebastiano Bronzato, Alice Giroldini,Sergio Romano, Massimiliano Setti,Roberto Serpi e Ivan Zerbinati. Firmano la regia anche Massimiliano Setti e Alesandro Tedeschi.
Il racconto ci porta in un mondo improbabile, dove, in una clinica, si curano le dipendenze contemporanee. Qui siamo tutti per guarire e per scoprire quel noi che non funziona o non è funzionale al mondo dove invece tutto è possibile e probabile.
E cosi i malati possiedono tutte le criticità che li esclude dalla società dei normodotati.
C’è chi soffre stress da lavoro, chi inquietudine esistenziale, chi , persino assenza di Dio.
Disillusione e frustrazione, linguaggio da taverna, senza remore e moralità sui generis contraddistinguono la normalità di questa clinica anormale..
Registi e attori aiutano lo spettatore in un lungo percorso carico di dolorosa allegria, a scoprire i mali della contemporaneità ma anche le “nuove tendenze” chiamiamole cosi .
Tanti temi vengono proposti come riflessione, ne suggeriamo uno che lascia un segno in noi seduti in comoda sedia che non ci sentiamo mai colpevoli….un giovane che proviene dal mondo dei …colonizzati…rimprovera questi occidentali colonizzatori e impone loro di spogliarsi .
Cosi tutti i ricchi pazienti della clinica eseguono e con un rito quasi espiatorio fanno un piccolo girotondo mentre il selvaggio colonizzato tira loro addosso verdura. Castigo e perdono comunque .
Si puo’ ricominciare da nuove basi il rapporto tra nord e sud del mondo.
Fino ad un certo punto pero’. Perchè se scoppia una deflagrazione generale, non credano quelli del nord di poter trovare tutti rifugio nel sud…perche’ non saranno accolti …i posti sono esauriti.
Rimangano nellle loro terre, chi li vuole?
Un capovolgimento di strutturazione delle società per cui lo spettacolo richiama ad una riflessione alla quale forse non avevamo mai pensato.
In carrozzeria si aggiustano le ammaccature perche’ la bellezza torni a risplendere delle nostre vernici. L’anima ferita rimane. Che peccato che non la vedi.
Vito Sutto