La solitudine della macchine dismesse, rimanda a ciò che è perduto, forse nella materia, ma rimane nella memoria e nella carta.
Cosi Adriana Bassi propone a Udine alla Fondazione Friuli in via Gemona, una personale dal titolo – La solitudine delle macchine dismesse – con raffinate opere carborundum, splendide pagine di grafica, che rimuovono molti ostacoli che qualcuno soffre ancora nei confronti dell’astrattismo.
Schegge di colore attraversano piani imprevedibili della carta, mentre il messaggio antico dell’astrattismo ancora risuona, come un monito a non sottovalutare la realtà che non si vede, proprio perché questa mostra è vita e conferma di un esistente oltre il pensiero, al di là di una gestualità e di un’immediatezza novecentesca e allo stesso tempo attuale.
Il progetto di Adriana Bassi porta anche l a firma dello studio Albicocco, dove questa preziosa ricerca trova la sua produzione.
Ma tutto nasce nella fertile e giovanile mente di una autrice che ha trovato in Tapies e Miro’ due padri putativi.
Vito Sutto