Riprendono vita gli affreschi di Francesco Chiarottini nella stanza del segretario generale all’interno del municipio di Cividale del Friuli. Dopo aver riportato all’antico splendore gli affreschi nella stanza del sindaco, ora anche quella attigua presenta le decorazioni originali del famoso pittore. Le operazioni di restauro sono state rese possibili grazie all’impegno del Comune, ma anche al sostanzioso contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e in virtù del meticoloso lavoro da parte del Centro Ricerca e Restauro Società Arl.
Felice per questo restauro anche il sindaco Stefano Balloch: “I termini portanti rispetto al prezioso patrimonio culturale presente a Cividale sono tre: conservare, valorizzare e tutelare – afferma -. Alla luce di questi principi, grazie a questa operazione gli affreschi del Chiarottini vivono una seconda vita, che consentirà ai cittadini di conoscere anche questa particolarità del Comune”.
Gli affreschi nella stanza adibita a ufficio del segretario, nel primo piano della residenza municipale, sono di particolare rilevanza in quanto attribuibili al Chiarottini, pittore, incisore, architetto e scenografo di Cividale del Friuli (1748 – 1796). Allievo a Venezia del Fontebasso e del Mengozzi, sui suoi interventi nella città ducale, fonti recenti scrivono: “Proprio a Cividale lasciò i suoi capolavori, caratterizzati da una briosità di soluzioni che li fanno includere fra i migliori esiti in campo decorativo del gusto settecentesco”.
Lungo e laborioso, quindi, il lavoro di ricostruzione delle decorazioni e immagini, in gran parte lacunose e danneggiate. Tutto il ritocco è stato condotto in maniera da rendere nuovamente leggibile l’insieme nel rispetto della situazione emersa dopo la pulitura, eseguita prima di iniziare il restauro. Questa ha evidenziato la presenza di uno spesso strato di tempera murale che ricopriva gli affreschi originari, riprendendo in maniera non sempre fedele all’originale le linee e i decori sottostanti. Alla luce di questa situazione, pertanto, si è deciso, in accordo con l’Ispettrice della Soprintendenza, di asportare la ridipintura e mettere in luce la situazione sottostante.
Nel corso dei secoli, gli affreschi inoltre sono stati più volte oggetto di interventi di manutenzione riconducibili a modifiche strutturali del Palazzo, per esempio per l’apertura di grandi vetrate al piano terra od eventi sismici. Nel 1976, a seguito del terremoto, l’edificio aveva subìto altri danni, con l’apertura di fessurazioni distribuite su tutta la superficie pittorica. Gli affreschi, attraverso il restauro, hanno potuto finalmente riprendere il loro aspetto originario.