Ieri, 31 Gennaio, in occasione dell’anniversario della sua prima proiezione pubblica, avvenuta il 31 Gennaio 1963 al Cinema Centrale di Udine, e’ stata proiettata la versione restaurata del film GLI ULTIMI, nella sua versione “lunga”, cioè quella presentata nel 1962 alla mostra del cinema di Venezia.
Il film, considerato un manifesto della vita dei contadini in Friuli negli anni Trenta, è un capolavoro firmato padre David Maria Turoldo e Vito Pandolfi. Per il suggestivo evento, è stato abbinato, prima della proiezione in una sala gremita in ogni ordine di posti, un appassionato intervento di Goffredo Fofi, che ha raccontato come la presentazione del film nel 1963, per il contesto sociale in cui fu presentato, non riscosse alcun successo, ma di come l’opera di Turoldo sia da considerarsi notevole e importante sotto molti punti di vista.
Ha poi parlato dell’uscita dell’ultimo numero della rivista Lo Straniero, da lui curata e che ha chiuso i battenti.
Il film è stato magistralmente rimasterizzato in HD, così da ridonare splendore alle immagini e nitidezza al sonoro per preservarlo nel tempo. Il lavoro è stato fatto a cura della Cineteca del Friuli, dal Centro Espressioni Cinematografiche di Udine e da Cinemazero di Pordenone, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone, del Centro Culturale di Coderno, e con la collaborazione della Presidenza del Consiglio Regionale FVG.
Il film, girato interamente a Coderno, con attori non professionisti (basti pensare che uno dei protagonisti altri non è che il fratello di padre Turoldo, contadino nella vita come sullo schermo), è una cruda, mai scontata ne smielata narrazione della vita contadina nel Friuli dell’epoca fascista, senza contaminazioni religiose.
A mio modesto parere, un film di questa levatura e qualità dovrebbe essere proposto nelle scuole, con le dovute presentazioni e spiegazioni, per coglierne appieno il valore storico e culturale per riportarci ai valori e alle radici della nostra civiltà.