Si può dire che il rinnovamento dell’arte sacra in Italia, dopo la crisi dell’Ottocento, cominciò a Pordenone all’inizio del secolo scorso, grazie all’opera di Celso Costantini sotto il pontificato di Pio X, di cui ricorre quest’anno il centenario della morte. Nel giro di pochi anni Costantini, dalla piccola Concordia Sagittaria dove era parroco e dove allora non c’era nemmeno l’Ufficio postale, scrisse la prima storia dell’arte per il clero e organizzò la nascita, a Milano, della prima rivista di arte cristiana, proprio mentre sorgeva il movimento futurista di Marinetti.
Su questi temi si sono intrattenuti Bruno Fabio Pighin e Alessandra Pitter nell’affollato convegno organizzato dal Centro culturale “Augusto Del Noce” e dall’Associazione “Amici del Cardinale Costantini”, nell’ambito della mostra sull’arte sacra di Tiburzio Donadon e Giancarlo Magri, allestita nel Convento di San Francesco fino al 25 gennaio.
Dopo l’introduzione nella quale è stato sottolineato come per Costantini l’arte fosse, come diceva Oscar Wilde, “la conversione di un’idea in un’immagine”, Alessandra Pitter ha ricostruito i primi anni della rivista “Arte cristiana”, nata come pubblicazione rivolta a tutti gli artisti, proprio perché, come si legge nel suo primo editoriale, “il gusto del bello è connaturale all’uomo, il quale lo ricerca come il vero e il bene”. Invece Bruno Pighin, dopo aver tratteggiato gli anni del pontificato di Pio X, che vide l’introduzione dello studio dell’arte nei seminari e l’istituzione delle Commissioni diocesane di arte sacra, di cui quella di Concordia-Pordenone fu la prima, ha spiegato come Costantini, Delegato apostolico in Cina dal 1922 al 1933, abbia contribuito sia al radicamento della Chiesa in Cina, sia alla nascita di un’arte cristiana cinese, fondando una scuola di pittura e una di architettura, affinché in quei luoghi non si ripetessero gli stili occidentali.
Si realizzava così anche in Asia il programma iniziato da Costantini agli inizi del secolo, fondato sul rapporto tra fede, arte e culture particolari. Il prof. Pighin, dopo avere sottolineato che “gli indirizzi di Costantini nell’arte e nella liturgia sono stati accolti totalmente dal Concilio Vaticano II, diventando così patrimonio di tutta la Chiesa”, ha concluso dicendo che “nessun uomo del secolo XX ha esercitato come lui un influsso così importante sull’arte sacra nella Chiesa cattolica”.