Un pezzo di storia della fotografia che va ad aggiungersi al patrimonio custodito dall’Istituto d’Arte Sello. È la macchina fotografica risalente agli anni ’50 donata alla Provincia dal signor Furio Adami, fotografo che ha operato per più di mezzo secolo nel triveneto. Macchina che il presidente Pietro Fontanini ha voluto a sua volta donare al liceo udinese. «Ritengo che sia fondamentale per chi adesso sta seguendo un percorso formativo legato alla fotografia – ha detto Fontanini nel corso della cerimonia di consegna –, avere a disposizione gli strumenti che utilizzavano i primi “professionisti dell’immagine”. Ecco perché abbiamo pensato di mettere a disposizione dei ragazzi del Sello questo strumento». Rivolgendosi ai ragazzi, Fontanini ha poi anticipato che «la Provincia, il prossimo anno, eseguirà i lavori di restauro delle strutture di copertura dell’edificio di piazza primo maggio: un intervento pari a circa 300 mila euro che contribuirà a migliorare lo storico edificio che ospita la scuola d’arte».
Estrema soddisfazione per l’antico strumento ricevuto è stata espressa dalla dirigente scolastica Rossella Rizzato che ha riferito l’intenzione di istituire, una volta che saranno reperiti gli spazi necessari, una mostra permanente con tutti i vecchi “attrezzi del mestiere” in possesso del liceo.
A mostrare poi come funzionava il banco ottico, così si chiama questa antica macchina fotografica, lo stesso Adami. La macchina infatti è funzionante e serviva a realizzare i ritratti per le famiglie e le persone: una volta scattato, il fotografo toglieva l’antenata della vecchia pellicola e si recava in camera oscura per sviluppare la foto in bianco e nero. Non prima, ha spiegato ai ragazzi l’artigiano della foto, di aver fatto qualche ritocchino allo scatto: una sorta di antenato del moderno photoshop. Solo che, ha rivelato, il più delle volte, si cercava di rendere i visi un po’ pieni. Gli anni erano quelli che erano e il problema non era certo quello di ridurre il grasso in eccesso. Adami, carnico di origine, udinese d’adozione, ha poi ripercorso gli anni della sua carriera, gli anni da emigrante, il ritorno in Italia in provincia di Belluno, terra natale di sua moglie.