Se vi capitasse di visitare l’ex Jugoslavia, vi consiglieri di non perdere l’occasione di visitare il Kosovo, nascente Stato non ancora riconosciuto dall’ONU e da molti Stati nel Mondo, ma che sotto la protezione della NATO e con il patrocinio di molte Nazioni, tra cui gli USA e l’Italia, per citarne alcune, si sta attrezzando e dotando per diventare uno Stato.
Collocato tra la FYROM (Former Yugoslavian Republic of Macedonia), la Serbia, l’Albania e il Montenegro, il Kosovo è più o meno grade come la nostra Umbria, e ha per capitale Pristina.
Oltre alle interessanti sfacettature culturali che si possono trovare sul territorio, dovuto alle influenze Turche, Serbe e Albanesi in maggioranza, ci sono importanti siti Cristiani, tra cui quello che ho potuto visitare oggi, il monastero di Visoki/Decane.
Il Monastero, situato a 12Km a sud della città di Pec ( Peje/Peja) è posto ai pendii delle montagne di Prokletije, nella parte occidentale della provincia di Kosovo e Metohia.E’ posizionato nella bellissima valle del fiume di Bistrica circondato da montagne e foreste, ed è costantemente sorvegliato dai militari del contingente Internazionale della NATO, la KFOR.
E’ stato costruito fra il 1327 e il 1335 dal re Stefan Decanski di Serbia con blocchi di marmo rosso-violaceo, giallo e onice, ed è dedicato all’ascensione del Signore. Nel 1331 il re morì ed è stato sepolto nel monastero , che quindi divenne il suo santuario.
Le attività della costruzione sono state continuate dal figlio Stefan Dusan fino al 1335, ma i suoi affreschi sono stati completati solo nel 1350. Durante la sua turbolenta storia, il monastero è sempre stato un centro spirituale importante, pur avendo subito danni dall’occupazione Turca.
la chiesa, ciò nonostante, è conservata completamente e presenta affreschi risalenti al quattordicesimo secolo e contiene il più grande affresco bizantino che si sia conservato fino ai giorni nostri. Si distingue dalle altre chiese serbe contemporanee per le sue imponenti dimensioni e il suo aspetto tipicamente romanico.
I suoi famosi affreschi comprendono un migliaio circa di ritratti e ripercorrono tutti gli episodi principali del Nuovo testamento.
Conserva anche la bellissima Iconostasis (dal greco eikonostasion, eidonostatis, posto delle immagini; e da eikon, immagine e da histemi, posto. E’ una parete divisoria decorata con icone che separa la navata delle chiese di rito orientale-ortodosse e cattoliche-dal presbiterio dove viene celebrata l’Eucaristia ) in legno originale del 14 Secolo, il trono degli egumeni (E’ il titolo con cui viene indicata la guida di un monastero nelle chiese ortodosse, ruolo simile a quello di abate) ed il sarcofago intagliato del re Stefan.
Oggi una comunità di monaci vive e lavora nel monastero, continuando la tradizione della scultura, della pittura e dell’icona, oltre a produrre vino e alcolici (tra cui la Rakija, superalcolico simile al Brandy creato per distillazione o fermentazione della frutta, tipico dei Paesi Balcanici) .
Nel 2004, l’Unesco ha inserito il monastero nella lista dei monumenti dichiarati patrimonio dell’umanità, ed è sotto protezione delle Nazioni Unite e della KFOR.