Cinque giorni fra anteprime editoriali, spettacoli, incontri, laboratori, seminari, mostre interattive e multivisioni per un totale di quarantasei ospiti in nove diversi luoghi di Pordenone, dove il 16 ottobre è stata inaugurata la diciassettesima edizione di Scienzartambiente, primo festival in Friuli Venezia Giulia interamente dedicato alla divulgazione e comunicazione scientifica. Un progetto dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Pordenone e del Science Centre Immaginario Scientifico a cura di Chiara Sartori, Fabio Carniello, Stefano Moriggi e Donato Ramani.
Titolo dell’edizione di quest’anno è Mondi in Muta. “Il nostro è un mondo in continuo cambiamento” spiegano gli organizzatori “e l’era digitale porta con sé una rivoluzione antropologica e cognitiva senza precedenti. Come orientarci e decodificare i più evidenti segmenti del cambiamento è cosa complessa a cui il festival cercherà di fornire strumenti di indagine e possibili risposte”.
Diverse le anteprime editoriali. Dalla Scuola 2.0 di Paolo Ferri, docente dell’Università Milano-Bicocca a Storia curiosa della scienza. La rivoluzione degli arabi del biologo e scrittore Flavio Oreglio, che in apertura del festival in un dialogo con il filosofo della scienza Stefano Moriggi ha raccontato il Medioevo, quando, cioè, il “mondo arabo fece la sua trionfale comparsa sulle scene del sapere”. Sempre in apertura di festival Telmo Pievani, filosofo della scienza dell’Università di Padova, ha spiegato l’imprevedibilità della vita, “frutto di una sequenza di eventi imprevedibili, irripetibili e meravigliosi”.
Al filosofo Umberto Curi l’onore invece di condurre gli spettatori, eredità della cultura classica, attraverso i labirinti della passione. Con lezioni agli studenti del corso di laurea in Tecnologie Multimediali dell’Università di Udine – Consorzio Universitario di Pordenone, il festival ha voluto guardare, con la regista e produttrice televisiva Simona Ercolani, alla comunicazione della scienza in TV: come orientarsi per non cadere nell’errore, nel saccente, nel banale e soprattutto nella pseudoscienza?
Della natura delle cose nei testi di Lucrezio ha parlato il matematico Piergiorgio Odifreddi, autore di Come stanno le cose. Il mio Lucrezio, la mia Venere, spiegando come la scienza moderna derivi in gran parte dal poema lucreziano. Tutte le grandi teorie scientifiche di oggi come l’atomismo fisico-chimico, il materialismo psicologico, l’evoluzionismo biologico, ha spiegato Odifreddi, sono già esposte nei canti di Lucrezio. Odifreddi è stato scelto anche come testimonial d’eccezione per il lancio della settima edizione del Certamen Lucretianum Naoniense, concorso nazionale ideato e promosso dal Liceo Leopardi Majorana che da qualche anno riunisce a Pordenone e da tutta Italia latinisti in erba chiedendo loro di cimentarsi nell’analisi e traduzione lucreziana.
Fari puntati venerdì 18 ottobre su uno dei temi portanti di questa edizione del festival: l’utilizzo della rete da parte dei nativi digitali, tema che viene trattato da Andrea Rossetti, docente di Filosofia del Diritto all’Università Milano-Bicocca.
Il docu-film Unwired – Il mondo in casa, della regista Nicole Leghissa svelerà la storia di Carlo Fonda del Science Dissemination Unit del Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam di Trieste e dei suoi colleghi, che installano nel sud del mondo antenne wifi, a basso costo.
C’ è attesa anche per la Notte in 3D con i ricercatori Carlo Fonda e Enrique Canessa del Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste che aiuteranno il pubblico a sperimentare la stampa in 3D: dall’immaginare un oggetto, un gadget, un giocattolo, uno strumento fino alle più sofisticate curve matematiche, disegnandone le forme al computer, quindi