Omer Meir Wellber, classe 1981, è uno dei più giovani direttori d’orchestra affermati a livello internazionale ed è impegnato nella direzione di concerti in tutto il mondo, anche se ha trovato casa e amore in Italia. Quando si sposta per lavoro non manca mai di associare alla sua attività concertistica un momento formativo dedicato ai giovani. Chiamato dall’Istituto Fano di Spilimbergo per i Corsi Internazionali di Perfezionamento Musicale in corso in questi giorni, non ha voluto perdere l’occasione, considerata la stima per il lavoro svolto dall’Istituto.
Oltre alla masterclass di direzione d’orchestra terrà, assieme a Josè Rafale Pascual Vilaplana una conferenza aperta al pubblico nell’auditorium della Casa dello studente di Spilimbergo mercoledì 30 luglio alle 21. “La formazione per i giovani – afferma – sia come professionisti, ma anche come pubblico è fondamentale. Per chi studia musica l’ideale è affiancare la preziosissima formazione quotidiana con momenti di studio di altissima qualità, anche se si è a un livello base. Ma chi studia musica non deve chiudersi mai su se stesso e sul proprio percorso. Bisogna essere aperti alla vita. Durante il mio incontro vorrei fa capire l’importanza della musica nella vita.
Oggi la comunicazione è soprattutto visuale, tutto passa attraverso l’occhio e stiamo perdendo la sensibilità dell’orecchio. Gli ascoltatori stanno diventando sempre più passivi, bombardati continuamente da una musica di sottofondo. Hanno perso la capacità di un ascolto attivo. Persino nelle conversazioni si è persa questa capacità di ascolto e comprensione”. Quale è stato l’incontro nel suo percorso formativo che le ha cambiato la vita? “Quello con Daniel Baremboim, di cui sono stato assistente tra il 2008 e il 2010 alla Berliner Staatsoper Unter den Linden e alla Scala di Milano. Non è così facile trovare il maestro giusto. Io sono stato fortunato. E quella che non deve mai mancare è la curiosità. Lo studio da solo non basta.” Dei tanti luoghi dove ha suonato a quale è più legato? “Alla Fenice di Venezia, con cui collaboro da 5 anni, sia dal punto di vista umano, che professionale”.