Da ottobre a gennaio, Cinemazero di Pordenone e Visionario di Udine presentano la retrospettiva dei film di Pier Paolo Pasolini, in un anno denso di appuntamenti per il centenario della nascita. Viene offerta al pubblico la proposta forse più semplice ma anche meno battuta, quella più necessaria: fare parlare l’intellettuale con le sue opere, mostrare i suoi film sul grande schermo nel migliore dei modi possibili, in copie restaurate e di eccellente qualità. Le proiezioni saranno introdotte da esperti, critici e artisti, per consegnare al pubblico una visione contemporanea, profonda e ricca della sua opera di cineasta. L’iniziativa è promossa in modo complementare alla mostra fotografica “Pier Paolo Pasolini sotto gli occhi del mondo”, che continua a Villa Manin e al Centro studi di Casarsa: un percorso iconografico che aiuta a comprendere meglio l’evoluzione del suo pensiero e della sua opera.
Il cinema di Pasolini, un unicum nella produzione cinematografica nazionale ma probabilmente mondiale, si è sempre mosso fra la realtà e la poesia, fra la contaminazione letteraria e l’aggiornamento dello strumento comunicativo, trasformando e semplificando spesso la tecnica, in funzione di un chiarissimo disegno artistico. Rivisto oggi, il suo cinema appare come un tentativo in itinere di utilizzare una “parola poetica in immagini”, con risultati diversi, capaci sempre di catturare l’attenzione dello spettatore e di modificarne, spesso provocatoriamente, pensiero e convenzioni.
La retrospettiva inizia martedì 11 ottobre a Pordenone e mercoledì 12 a Udine, alle 20:45, con “Accattone” (1961), film d’esordio di Pasolini. Il protagonista, Vittorio, soprannominato Accattone, è un delinquente che vive nello squallore della periferia romana. Quando si innamora di una giovane donna, l’uomo si ravvede e decide di vivere onestamente, ma per lui non sembra esserci possibilità di riscatto. Introduce Luciano De Giusti, già docente di discipline cinematografiche all’Università di Trieste e grande esperto pasoliniano.
Il secondo appuntamento è con “Mamma Roma” (1962), martedì 18 ottobre a Pordenone e mercoledì 19 a Udine, alle 20:45. Nell’opera letteraria di Pasolini, le madri sono spesso ferali divinità incombenti sul destino dei figli. Non fa eccezione “Mamma Roma”, ex prostituta che sogna per il figlio adolescente Ettore un avvenire conformista e piccolo-borghese. Senza accorgersene, lo spinge verso l’infelicità e la morte. Dietro la tragedia di madre e figlio, il film descrive i primi segni della trasformazione di un paese che sta perdendo e corrompendo i suoi caratteri originari. Presenta Franco Zabagli, tra i maggiori conoscitori dell’opera pasoliniana. Ha curato per molti anni l’archivio dei manoscritti originali, conservati presso il Gabinetto Vieusseux di Firenze.
Martedì 25 ottobre a Pordenone e mercoledì 26 a Udine, alle 20:45, è in programma “La ricotta” (1963), una parentesi di feroce polemica contro la borghesia italiana (“la più ignorante d’Europa”) con momenti di sospensione onirica (la “grande abbuffata” nella grotta). A seguire, verrà proiettato “Comizi d’amore” (1964), in cui Pasolini percorre l’Italia dal sud al nord, interrogando ogni classe e tipologia di persone su un argomento tabù quale la sfera sessuale. Ne esce l’immagine di un paese intriso di pregiudizi e repressioni, ora gretto e oscurantista, ora ansioso di un’emancipazione ancora lontana. Interviene Italo Moscati, scrittore, sceneggiatore, regista e critico, che nell’occasione presenterà il volume “Pier Paolo Pasolini, vivere e sopravvivere”, Castelvecchi, 2022.
“Il Vangelo secondo Matteo” (1964), in cui Pasolini reinventa la Terrasanta nelle aree abbandonate e povere del meridione italiano, verrà presentato martedì 1° novembre a Pordenone e mercoledì 2 a Udine, alle 20:45, con l’introduzione di Alberto Garlini, scrittore e poeta, curatore del festival Pordenonelegge. Come tutti i film pasoliniani, anche il suo Vangelo è segnato dalla pregnanza espressiva di volti autentici, mescolati a quelli di familiari e amici dell’autore.
Martedì 8 novembre a Pordenone e mercoledì 9 a Udine, alle 20:45, torna sul grande schermo “Uccellacci e uccellini” (1966), viaggio picaresco di un padre e un figlio: la splendida, inattesa coppia Totò-Ninetto Davoli, accompagnati da un corvo parlante, lungo le strade dell’Italia del boom economico e della Nuova Preistoria. La proiezione sarà arricchita da un videointervento di Ninetto Davoli e dalla presentazione della graphic novel “Intervista a Pasolini” (VivaComix, nuova edizione 2022) di Davide Toffolo, alla presenza dell’artista.
Martedì 15 novembre a Pordenone e mercoledì 16 a Udine, alle 20:45, è la volta di “Edipo Re” (1967), tragedia di Sofocle reinventata alla luce di Freud, il primo film dove Pasolini si misura con il mito classico, per evocare, in modo visionario e onirico, la propria autobiografia. Interviene Silvia Martín Gutiérrez, curatrice della mostra “Pier Paolo Pasolini: sotto gli occhi del mondo” a Villa Manin e al Centro studi di Casarsa. Nell’occasione verrà presentato il catalogo, edito da Contrasto.
La retrospettiva va avanti con “Appunti per un’Orestiade africana” (1970), martedì 22 novembre a Pordenone e mercoledì 23 a Udine, alle 20:45, con l’intervento del critico musicale esperto di jazz Flavio Massarutto. Il documentario è un saggio per immagini, tra analisi antropologica e diario di viaggio, con squarci visionari e poetici su un’Africa che stava dolorosamente uscendo da secoli di colonialismo, vista da Pasolini come lo spazio di un processo di metamorfosi dal mondo arcaico alla modernità. Il tutto condito dalla colonna sonora jazz di Gato Barbieri.
Martedì 29 novembre a Pordenone e mercoledì 30 a Udine, alle 20:45, “Porcile” (1968) narra due storie ambientate in epoche diverse, un passato indefinito e il 1967, in spazi emblematici – una zona vulcanica e una villa neoclassica in Germania – tracciando un crudele apologo sul presente. Presenta il film il critico cinematografico Roberto Chiesi, responsabile del Centro Studi Pasolini di Bologna, autore – fra gli altri molti suoi studi – di “Pasolini, il sogno del passato e l’incubo del presente”, Vallecchi, 2022, che presenterà nell’occasione.
Dopo una pausa in dicembre, la retrospettiva riprende in gennaio: martedì 10 a Pordenone e mercoledì 11 a Udine, alle 20:45, con “Il Decameron” (1971), primo film della Trilogia della vita, ispirato a nove racconti di Boccaccio, ambientati a Napoli. Pasolini privilegia i temi dell’erotismo, della morte e dell’inganno. L’umorismo beffardo e verace che percorre il film come un esorcismo non cancella, infatti, una tinta ferale che si insinua nel tessuto delle storie, sempre dominate dalla densità materica di ambienti, oggetti e corpi. Lo stesso Pasolini interpreta il proprio autoritratto nel ruolo del “miglior discepolo di Giotto”. Introduce Marco Antonio Bazzocchi, docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Bologna, che presenterà il suo “Alfabeto Pasolini”, Carocci 2022.
Martedì 17 gennaio a Pordenone e mercoledì 18 a Udine, alle 20:45, il programma prosegue con “I racconti di Canterbury” (1972), in cui Pasolini ricrea un’Inghilterra trecentesca ispirandosi a otto racconti di Geoffrey Chaucer, impersonato dallo stesso regista. Presenta il film il giornalista e scrittore Alessandro Mezzena Lona.
“Il fiore delle mille e una notte” (1974) sarà sul grande schermo di Cinemazero martedì 24 gennaio e al Visionario mercoledì 25 gennaio, alle 20:45. Ultimo film della Trilogia della vita, è anche quello dove forse si esprime più poeticamente il senso dell’utopia pasoliniana, evocando una dimensione popolare e fantastica, dove il sesso è vissuto con libera spregiudicatezza in un passato magico, violento e intatto. Introduce Roberto Calabretto, professore di Musica per film al DAMS dell’Università di Udine, che presenterà il suo volume “Vorrei essere scrittore di musica: la musica secondo Pasolini”, Forum 2022.
La retrospettiva si chiude martedì 31 a Pordenone e mercoledì 1° febbraio a Udine, alle 20:45, con “Salò o le 120 giornate di Sodoma” (1975), geniale “tradimento” di Sade e audace dissimulazione storica (la Repubblica Sociale è solo un “cartone” metaforico). In quello che è l’ultimo film di Pasolini, lo spettatore viene precipitato in un incubo senza pietà e senza vie di salvezza, dove i rituali di perversioni e violenze rimandano surrettiziamente al presente. Aberrazioni sono perpetrate secondo un regolamento da collegio infernale, ogni etica è pervertita nel suo contrario e la “soluzione finale” pedagogica consiste nella creazione di una nuova umanità, indifferente e assuefatta all’orrore. Presentano il film l’artista Michele Spanghero, autore dell’installazione sonora/visuale dedicata proprio a Salò: Apri gli occhi! / Open your eyes!: Pasolini out loud (Montreal, 2022) e Riccardo Costantini, responsabile archivi ed eventi di Cinemazero, curatore di mostre e pubblicazioni pasoliniane, tra cui per Chiarelettere “Pier Paolo Pasolini. Polemica Politica Potere”.