A 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, il Comune di Gemona e la Cineteca del Friuli dedicano al poeta, regista, sceneggiatore, scrittore, attore e drammaturgo italiano una serata che intreccia il suo ricordo alla storia di Cinecittà e a quella del suo progettista, l’architetto gemonese Gino Peressutti.
“Si tratta di un’iniziativa – afferma l’assessore alla cultura Flavia Virilli – che si propone di raccontare una pagina di storia italiana dagli echi suggestivi che connette la nostra cittadina e il Friuli a Cinecittà ricordando tanto l’architetto Peressutti che Pier Paolo Pasolini con una chiave di lettura diversa e che ci auguriamo possa incuriosire e appassionare il pubblico”.
L’appuntamento è per mercoledì 15 giugno, ore 20.30, al Cinema Teatro “Sociale” di Gemona.
Barbara Goretti, responsabile “Cinecittà si Mostra” e Dipartimento educativo di Cinecittà, sarà in sala per presentare il suo libro “CINECITTÀ UN PATRIMONIO APERTO. Dieci anni di Cinecittà si Mostra (2011-2021)”.
Il volume racconta gli studi di Cinecittà attraverso l’esposizione permanente Cinecittà si Mostra e attraverso il suo patrimonio, soffermandosi sulla sua valenza storica, architettonica, artistica e documentativa.
Il libro ruota intorno all’importanza della valorizzazione e della conservazione, testimonia la valenza di una realtà espositiva che da dieci anni racconta Cinecittà, il cinema e la sua storia attraverso i set monumentali, i materiali scenografici, gli abiti di scena e una ricchissima selezione di documenti.
La copertina è stata appositamente ideata e realizzata dal maestro Renato Casaro, artista, pittore e illustratore tra i più grandi cartellonisti cinematografici italiani. Tra foto splendide, interviste e saggi è possibile ripercorrere le tappe principali della storia del cinema (italiano e internazionale) e dei suoi protagonisti: attori, attrici e registi ma anche architetti, scenografi, costumisti, sartorie e maestranze che hanno contribuito a creare quell’immaginario cinematografico ancora vivo in tutto il mondo.
Un patrimonio che Cinecittà rende fruibile al pubblico attraverso una continua attività di valorizzazione, di cui questa pubblicazione vuole essere una summa, non conclusiva, ma con uno sguardo rivolto al futuro.
Nel volume i testi di: Giancarlo Di Gregorio, Barbara Goretti, Gaia Casagrande, Elisabetta Bruscolini, Anna Caratini, Serena Giulia Della Porta, Italo Moscati, Nicole Bianchi, Marlon Pellegrini, Cristiana Paternò,Oscar Iarussi, Gianni Canova.
Un’occasione imperdibile per scoprire di più su Gino Peressutti, progettista di Cinecittà.
La vita di Cinecittà si intreccia indissolubilmente con la storia stessa del cinema italiano, europeo, mondiale. Pochi però sanno che è stato l’architetto gemonese Gino Peressutti a ideate lo straordinario complesso industriale ammirato dagli americani, amato dai grandi registi italiani, utilizzato per le sue maestranze e per i suoi teatri di posa – dal 1937 a oggi senza interruzione – sia per colossale che per i film a piccolo budget. Per Peressutti, il progetto degli stabilimenti cinematografici di Cinecittà a Roma fu quello più importante, che lo impegnò tra il 1935 e il 1937.
“L’opera, frutto di lunghi studi all’estero e di grande sapienza costruttiva, riafferma le sue qualità di artista e di realizzatore, ponendolo tra le figure di primo piano nel campo della moderna architettura” (da La Stampa del 1937).
Alla presentazione seguirà, a cura della Cineteca del Friuli, la proiezione del film “CENTOVENTI CONTRO NOVECENTO: PASOLINI, BERTOLUCCI E IL CALCIO” di Alessandro Scillitani.
Marzo 1975. In una domenica di primavera, sul campo del parco della Cittadella di Parma, si affrontano due singolari squadre di calcio. La rappresentativa della troupe di Salò o le Centoventi giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini contro quella di Novecento di Bernardo Bertolucci. Due film che segneranno la storia del cinema italiano e che si stanno girando negli stessi giorni, a pochi chilometri di distanza. Sarà una partita epica, leggendaria nei racconti della gente di cinema che vi partecipò, ma praticamente sconosciuta al pubblico. Ricostruendo minuziosamente la storia di quella domenica e la memoria ancora viva dei protagonisti, il film tocca diversi argomenti: l’atmosfera dei set di quei due grandi film del cinema italiano, il rapporto contrastato fra Pasolini e il suo ex-allievo Bertolucci, il legame fra quest’ultimo e le radici parmigiane e contadine. Su tutto aleggia, come un filo rosso, il rapporto fra Pier Paolo Pasolini e il calcio: passione inesauribile, pratica continua e quasi ossessiva, espressione di pura vitalità, addirittura di una felicità possibile.