
L’appuntamento mensile con Serate di Cinema Muto – Capolavori Centenari, la rassegna che ripropone la visione dei grandi film di un secolo fa realizzata da Cinemazero in collaborazione con le Giornate del Cinema Muto e la Cineteca del Friuli, è per martedì 25 febbraio alle 20.45 con Il fu Mattia Pascal (Feu Mathias Pascal, Francia, 1925) di Marcel L’Herbier. La visione sarà introdotta da un approfondimento critico.
Figlio unico di una famiglia un tempo ricca, Mathias Pascal – interpretato dal divo russo emigrato in Francia Ivan Mosjoukine – sposa la bella Romilda ma la realtà domestica diventa presto un incubo a causa della suocera dominatrice. Le uniche ragioni di vita per Mathias sono l’anziana madre e il suo bambino, ma muoiono entrambi lo stesso giorno. Sconvolto, l’uomo lascia la città natale e va a Monte Carlo, dove vince una fortuna al gioco. Mentre è sul treno che lo riporta a casa legge il proprio necrologio su un giornale scoprendo che il ritrovamento di un cadavere è stato erroneamente collegato alla sua scomparsa. Pur profondamente turbato, Mathias capisce di avere l’occasione per andarsene e iniziare una nuova vita.
Benché potessero sembrare una strana coppia, due personalità opposte come Mosjoukine, passionale ed espansivo, e L’Herbier, più freddo e cerebrale, si rivelarono un tandem vincente in questo primo adattamento del capolavoro pirandelliano che ci regala – come ha scritto Lenny Borger – “una stimolante commistione di realismo e fantastico, di gravità e giocosità, sia nella messinscena di L’Herbier sia nella recitazione di Mosjoukine”.
Il film fu girato in due studi parigini e in esterni a Roma, Siena, San Gimignano e Monte Carlo. Si segnalano le scenografie di Lazare Meerson e Alberto Cavalcanti (anche aiuto regista) e la presenza nel cast di Michel Simon, qui agli esordi nel cinema.
Serate di cinema muto proseguirà martedì 25 marzo con Il ventaglio di Lady Windermere (Lady Windermere’s Fan, Stati Uniti, 1925) di Ernst Lubitsch e martedì 29 aprile con Varieté di Ewald André Dupont (Id., Germania, 1925). Sarà Le due madri (Visages d’enfants, Svizzera/Francia, 1925) di Jacques Feyder a chiudere il primo ciclo della rassegna martedì 27 maggio, sempre alle 20.45.