Quando si dissolve la vita lo smarrimento è totale.
Un grande vuoto ci avvolge, la mente sfugge, sentimenti e movimenti si disperdono in una selva di oggetti. Stracci, giocattoli, souvenirs, una marea di piccole cose – di pessimo gusto-avrebbe scritto Guido Gozzano.
Sulla scena Fabiana Iacozzilli, una fantastica donna perduta nella mente, un dramma dei nostri giorni che diventa Il grande vuoto, per la drammaturgia di Linda Dalisi con la Iacozzilli.
I performer sono Ermanno De Biagi, Francesca Farcomeni, Piero Lanzellotti, Giusy Merli e Mona Abokhatwa.
Quattro momenti analizzano questo lento dissolversi della vita a causa della seconda grave malattia del nostro secolo:quella che travolge la mente.
La narrazione ben si integra con l’utilizzo di un montaggio cinematografico che scorre sopra il capo dei protagonisti, quasi a voler scandire il tempo che scorre e che lascia frammenti di memorie fragili, liquide, prive di compattezza ideologica, un dolore che rimanda alla tragedia di Re Lear.
Il grande vuoto rientra nella Trilogia del vento, un trittico nel quale la Iacozzilli si interroga sull’esistenza dell’uomo e della donna.Ci è parsa molto efficace nel contesto globale, la contaminazione con il video firmato Lorenzo Letizia.
Vito Sutto