Una incantevole Lella Costa racconta la storia di Shakespeare interpretando Otello.Jago e Desdemona con la sua gestualità , la sua voce con i cambi di tono,la sua potenza narrativa, in un monologo assoluto,denso e carico di tensione emotiva, per una revisione della celebre opera-Otello-rileggibile in chiave moderna e drammaticamente contemporanea,l’invidia, il femminicidio, il suicidio ,la violenza maschile, il sospetto e il potere.
Tutti temi di Shakespeare ma anche del giornale di domattina e forse della prossima settimana.
Lella Costa, colta e giovanile si aggrappa alle tende dello sceneggiatore Roberto Tarasco,le avvolge e in esse si avvolge,le annoda e alla fine rabbiosa, le strappa ,come dire che la storia non ha veli ,la verità è quella e basta.
Come dire che la scenografia essenziale costituita da tre drappi rettangolari bianchi ,rappresenta lei, Desdemona, il rettangolo piu’ grande al centro,puro,gli altri due laterali rappresentano Otello e Jago, il primo irrazionale ,il secondo logico calcolatore che con le ali maligne stende la superficie del male fino a farla trionfare..
L’ingenuo irrazionale cade nella trappola ,la vittima sacrificale aspetta che si compia il dramma,la storia è raccontata.
Il pubblico applaude in piedi come a scuola quando entra lei,la docente che insegna letteratura sfogliando il giornale e che ti propone il dramma quotidiano di una vita in cui l’onesto subisce e il perfido allaga Venezia e la laguna con i suoi veleni liquidi come il sangue.
La drammaturgia è di Lella Costa e Gabriele Vacis, il contenitore è lo splendido teatro di Feletto con la sua facciata a prismi luminosi per ricordarci che la cultura possiede queste sfaccettature prismatiche ,in questi poligoni si raccolgono il gesto, le parole ,la musica e il disegno dei corpi, come quello di Lella Costa che si annoda e si snoda sul palcoscenico per quel lacerato rassegnato male di vivere.
Vito Sutto