E’ stata presentata questa mattina la mostra “Sogni e lavoro nelle storie dei friulani – la Ferrovia Transiberiana”, che illustra le vicende delle maestranze friulane impegnate tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento nella costruzione della grande opera ferroviaria.
Una mostra preziosa ad entrata gratuita, resa possibile grazie alla collaborazione tra Provincia di Pordenone e Craf, all’ausilio dell’Ente Friuli nel Mondo, al sostegno della Fondazione Crup e curata da Angelo Floramo.
Dal 14 settembre all’11 novembre sarà possibile visitare la mostra, allestita nelle sale espositive di Corso Garibaldi. Un percorso per immagini che documenta i sogni e il lavoro di centinaia di friulani per congiungere Vladivostok a Mosca. Un’esposizione alla quale si intreccia un libro, per la prima volta tradotto in italiano e firmato da Elvira Kamenscikova, la più importante storica russa esperta dell’argomento.
Una raccolta di fotografie, lettere, documenti, testimonianze e oggetti – molti dei quali inediti, riemersi da archivi privati o da fondi bibliotecari – che si sviluppa in un percorso che parte dalle condizioni di vita in Friuli e descrive il difficile viaggio per raggiungere la Siberia, la vita nei cantieri, le condizioni di lavoro, la bravura di operai, ingegneri, capomastri ma anche la loro vita quotidiana, sospesa tra rapporti con la patria natia e con i russi. Poi la Rivoluzione d’Ottobre che preclude a molti la via del ritorno, quindi il rientro in Friuli, la vita di chi vi è rimasto ma anche la Siberia sognata, con tavole illustrate da Hugo Pratt, che fa vivere a Corto Maltese un’avventura ambientata nei luoghi di lavoro dei friulani.
“Non è una mostra di foto d’autore – ha evidenziato il presidente del Craf Renzo Francesconi – gli scatti sono di persone qualunque che documentano il prima e dopo di un lavoro, spesso un incidente. Ma ha grande pregio perché ci restituisce una pagina di storia friulana che, per assurdo, fino ad oggi, conoscevano meglio i russi di noi. Ne emerge il ritratto della nostra gente, professionista della manualità, intelligente e capace di lavorare”.
“Una mostra che la Provincia propone in un momento particolare – ha aggiunto l’assessore provinciale alla Cultura Nicola Callegari – quando viene messa in crisi, anche dal punto di vista economico, l’area vasta, e che testimonia la capacità dei friulani di distinguersi per capacità di lavorare e relazionarsi”.
“Un punto di partenza – ha continuato il presidente dell’Ente Friuli nel Mondo Pietro Pittaro – che mi auguro possa servire a raccogliere ulteriore materiale, magari rinchiuso e dimenticato in un cassetto. Perché è la storia della costruzione di una piccola Muraglia Cinese, 800 km in 10 anni in condizioni estreme, a temperature talmente basse da costringere gli operai a lavorare al coperto per evitare di rovinare le pietre. Una esposizione che è un capolavoro per l’umanità, che attesta la storia dell’Italia e che spero possa venire ospitata anche altrove”.