Come possono interagire open data, nuove tecnologie, ambiente e innovazione sociale all’interno di un progetto e di un evento culturale?
È l’interrogativo cui cerca di rispondere la mostra “Territoriotipo. Montagne di dati, da toccare”, che il Centro Culturale Candiani, a Mestre, ospita fino al 29 maggio.
Una mostra complessa, costruita su due punti cardine: la tecnologia come strumento narrativo del territorio e delle tematiche ambientali, e come modalità di accesso alla conoscenza e all’esperienza espositiva in modo inclusivo, senza barriere. Il punto di partenza è l’ambiente montano, esplorato e narrato grazie agli open data, la fotografia e il video mapping.
Nell’esposizione trovano spazio materiali diversi, a cavallo tra tecnologia, artigianato e arte: la parte centrale è occupata da modelli tridimensionali di vette e valli alpine, rappresentazioni fisiche di grande formato capaci di riprodurre le montagne con un livello di dettaglio sorprendente, e rifinite in modo tale da diventare vere e proprie opere.
Durante i laboratori, in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, sarà possibile esplorare in modo tattile i modelli e le montagne, sottolineando come questa tecnologia possa essere anche uno strumento esperienziale e di conoscenza.
Tutto il percorso espositivo, peraltro, è stato studiato per essere unico e fruibile allo stesso modo per tutti i visitatori, in una soluzione inedita pienamente inclusiva.
I modelli sono accompagnati da un approfondimento sul loro percorso di ideazione e produzione, lì dove nasce il cosiddetto artigianato digitale: dall’esplorazione dei dati alla modellazione, dalla stampa 3d alle riproduzioni degli “artigiani 2.0”, realizzate in collaborazione con i maestri vetrai e le fonderie. Il patrimonio immateriale di saperi e culture locali dialoga, quindi, in maniera creativa con il digitale e viene valorizzato attraverso questi strumenti.
L’esposizione è inoltre arricchita da due serie di fotografie: un corpus di foto naturalistiche delle montagne rappresentate nei modelli, sviluppato dal fotografo Alberto Campanile, e una serie che parla del rapporto uomo-lavoro-macchina, realizzata da Fabio Morassutto.
Il percorso espositivo sottolinea come dati e informazioni, spesso inaccessibili o di difficile comprensione – e che governano il modo in cui comunichiamo e abbiamo accesso alla conoscenza – possono diventare uno strumento utile e inclusivo, creatore di valore e
conoscenza. I “dati grezzi”, che costituiscono una mappatura ad altissima risoluzione del nostro paesaggio montano, vengono trasformati in modelli fisici tridimensionali, diventando un supporto prezioso di scoperta, approfondimento e studio.
Il progetto Territoriotipo – che ha dato vita a questi modelli 3d – alimenta un dialogo tra tecnologia e temi sociali, parla della possibilità utilizzare i dati pubblici territoriali per creare occasioni di valorizzazione e tutela del patrimonio ambientale: conoscere per capire, conoscere per tutelare.
La mostra è anche un’occasione di riflessione sull’esperienza museale e la didattica.
Attraverso oggetti tangibili è possibile abilitare un tipo di esperienza partecipativa e inclusiva: il supporto 3d diventa imprescindibile per l’accesso alla conoscenza di persone con disabilità visive, ma è utile per incuriosire e coinvolgere anche tutti gli altri fruitori.
Territoriotipo è una mostra a ingresso gratuito aperta tutti i giorni, lunedì escluso, dalle 16 alle 21.
La mostra è affiancata da una serie di appuntamenti collaterali in forma di workshop, visite guidate e tavoli di confronto.