Un racconto surreale che narra sentimenti reali, un road movie senza il viaggio, una storia di contrasti di padri senza figli e di figli senza padri, di mamme bambine e di bambini adulti. “Billy”, il film d’esordio di Emilia Mazzacurati, è tutto questo. La regista, figlia d’arte (il padre Carlo, scomparso nel 2014, è stato uno degli autori più sensibili e originali del cinema italiano), presenterà la sua opera prima mercoledì 7 giugno al Centrale di Udine prima della proiezione delle 20.15 e a Cinemazero al termine di quella delle 20:45, accompagnata dalla protagonista Benedetta Gris (Lena). Prodotto da Jolefilm con Rai Cinema, il film ha debuttato come evento di chiusura al Bellaria Film Festival.
Da piccolo, Billy era un bambino prodigio, pieno di vita, che ha inventato e condotto un podcast di musica di successo. Sul grande schermo, lo troviamo 19enne, ai confini di una città di provincia del nord Italia, in un quartiere residenziale delimitato dal fiume. Il ragazzo non sa cosa fare con la sua vita e la vivacità dell’infanzia è un ricordo nitido ma mai più raggiunto, che lo ossessiona. Vive con la madre Regina, dall’umore instabile e un amore sconfinato per il figlio. Il padre se n’è andato quando era molto piccolo. Di lui, il protagonista non ricorda quasi nulla e la madre non ha la minima intenzione di aiutarlo a ricordare. A Billy piace Lena, sua vicina di casa e sorella del suo migliore amico, che con i suoi amori tanto frequenti quanto passeggeri lo fa soffrire.
Zippo, un ex rocker (interpretato da Alessandro Gassmann) affascinante e perso, è il personaggio che fa scoppiare le bolle di sapone in cui vivono i personaggi. All’apice del successo, Zippo è scappato nel bel mezzo di un concerto, salendo su un autobus e facendo perdere le sue tracce. Ha rinunciato al proprio talento e ora è approdato nel quartiere, ospite dell’amico Massimo (Giuseppe Battiston), un pompiere che, terrorizzato dal fuoco, vive in una casa-barca di legno ormeggiata sul fiume.
«Viviamo in un momento in cui si avverte che le risorse stanno finendo, i cambiamenti sono forti e le certezze quasi nulle. Ma è anche il momento in cui, più che mai, esce tutto il nostro spirito di sopravvivenza. Un’avventura corale vissuta attraverso la crescita di un ragazzo e i passaggi naturali che questa comporta. Un coming of age contemporaneo e fuori dal comune, in cui sono quasi più gli adulti a cercare, e trovare, una guida nei ragazzi», è il commento della regista Mazzacurati.