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Nuovo appuntamento di avvicinamento a “Go! 2025 Nova Gorica – Gorizia Capitale Europea della Cultura” per il festival internazionale di musica e territori Nei Suoni dei Luoghi. La Sala Storica dell’Unione Ginnastica Goriziana di Via Raimondo ospiterà, mercoledì 4 settembre alle 21.00, l’evento dal titolo “Canti della casa dei viventi”, opera-melologo in dieci quadri per voci recitanti, mezzosoprano ed ensemble, con musiche di Carlo Galante e testi di Angelo Floramo, che racconta le storie di vita e di morte, custodite nel piccolo cimitero ebraico di Valdirose (Nova Gorica), luogo simbolo di questa terra di confine. Sul palco ci sarà la Go! Borderless Orchestra formata da Gabriele Bressan (oboe/corno inglese), Davide Teodoro (clarinetto/clarinetto basso), Ludovica Borsatti (fisarmonica), Mojca Batič (violino), Barbara Grahor Vovk (viola), Vida Furlan (violoncello), per la direzione di Eddi de Nadai. Assieme a loro la mezzosoprano Silvia Regazzo e le voci recitanti del Piccolo Teatro Città di Sacile Serena Ervas, Stefano Indrigo, Christian Mariotti, Morena Pajer, Paola Tomasella.Il concerto, organizzato in collaborazione con la Storica Società Operaia di Mutuo Soccorso ed Istruzione di Pordenone, nell’ambito del progetto “Canti dalla frontiera: ogni pietra una voce, ogni voce una storia”, è a ingresso libero. Il programma completo del festival Nei Suoni Dei Luoghi è consultabile su www.neisuonideiluoghi.it .Lo spettacolo si configura come un melologo capace di unire alla musica originale parole, suggestioni ed emozioni che intrecciano una topografia frastagliata di storie raccolte su di una molteplice frontiera incerta e “trasgressiva”, nel senso che deve essere trasgredita per acquisire un significato profondo, dal momento che abbraccia e interseca vita e morte, geografie ed erranze, malinconie e risate. Il piccolo cimitero ebraico di Valdirose (Nova Gorica), appena al di là del confine che oggi delimita due stati, racconta sé stesso, evocando dieci lapidi che narrano la storia e il destino dei personaggi di cui sono emblema e testimonianza. Lì dentro, in quella minuscola “casa dei viventi” si è sedimentata l’identità plurale di un’Europa complessa, ferita e devastata ma anche meraviglioso esempio di complessa bellezza e di ricchezza culturale, che ancora oggi tenta di parlarci, di farci comprendere che tutti i confini sono fatti per essere oltrepassati. Perfino quello che apparentemente divide i vivi dai morti. La musica, similmente alle parole, origina da fonti molteplici ed eterogenee e si complica o si semplifica a seconda dei fantasmi che è chiamata ad evocare. E dei fantasmi questa musica possiede l’accorata sospensione e l’impalpabile inquietudine. I personaggi che popolano la Casa dei Viventi hanno caratteri e destini sociali, umani e culturali assai dissimili. Ciò permette, per raccontarli, l’uso di forme musicali sia colte che popolari; in particolare alcune canzoni ebraiche forniscono alla composizione un prezioso e suggestivo materiale musicale che verrà nel corso della partitura variato e trasfigurato. Lo scopo del progetto è anche di valorizzare l’importante cimitero ebraico di Valdirose, significativo non solo per la comunità che viveva nell’area di confine tra Italia ed ex-Jugoslavia, ma anche per la cultura mitteleuropea, ancora fondamentale collante culturale per una vasta porzione d’Europa.