Emma Dante con Il tango delle capinere , propone due fantastici Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco che danzano al ritmo di musiche che accompagnano la storia del secondo novecento, e la vicenda di due anziani che si rivedono giovani innamorati e danzanti, spensierati e giocosi, ma ora la vita ha messo il suo punto esclamativo .
Ha ragione Emma Dante, che parlando con un giornalista ,in una recente intervista, ha ricordato come gli anziani , quando camminano ,sembra danzino. Un ballo quasi rituale per sconfiggere il tempo che passa, una drammatica rilettura della vita passata ,ora che tutto sta sfuggendo di mano e che solamente trentotto luci, stelle luminose, dall’alto , riempiono il tuo buio.
Lui e lei trovano in un baule i vestiti di un tempo, ben si comprende che si tratta del baule della memoria dove si ripongono tutte le favole del passato, un passato di sesso e di dolcezze, di regali portati da Babbo Natale e di bambini cullati , un passato da discoteca con gestualità giovanili che ora si tramutano in legnose burattinate.
Emma Dante ancora una volta ci ricorda come le sue opere profumino di pirandellismo e di riletture verghiane, e ancor di piu’ come gli orologi da taschino siano quasi diventati inafferrabili se sfuggono dalle mani insicure.
La felice storia di questi personaggi che trasudano di sicilianità, di mediterranea ironia e dolorosa compostezza, si dilata fino all’apoteosi, dolce e drammatica, di lei che accompagna il corpo di lui nel baule,lo ripone come in una cassa da morto. Poi tocca a lei entrare nel contenitore.
Questa volta non sono piu’ insieme, non suona piu’ il tango, le trentotto stelle luminose sopra di bauli stanno a guardare…e noi cosi, ugualmente, in sala , prima in silenzio poi con un applauso liberatorio…non è successo niente….siamo ancora tutti insieme.
Vito Sutto