I morti del cimitero di Valdirose, presso Nuova Gorizia, hanno le loro storie da raccontare e le raccoglie Angelo Floramo consegnandole a Piccolo Opera Festival Fantasia , per un ‘opera melologo di dieci quadri , con musica di Carlo Galante e voci recitanti del Piccolo Teatro Città di Sacile ,Silvia Regazzo mezzosoprano, Go! Borderless orchestra , direttore Eddi De Nadai .Il piccolo cimitero è ebraico e raccoglie l’umanità universale di quelle culture al confine tra mondo slavo, tedesco e latino, coniugate nell’espressione ebraica, densa di fede e dubbi.Tra le tombe c’è il rabbino studioso di una cultura che dichiara di aver percepito fino in fondo come estremo mistero, c’è la donna che sapeva accompagnarsi lusinghiera ad ogni uomo, solo per denaro, c’e’ il ladro impenitente che fu costretto al furto per necessità di sopravvivenza, c’è il bimbo che non ha mai visto il fiore della sua età pienamente raggiunta, c’è una mamma che avvolge ancora il suo bambino perché entrambi sono morti nel tentativo di raggiungere la vita, nel cimitero di Valdirose . Da Sara ad Abigail, tutti e tutte le creature raccontano la loro storia in una sorta di rivisitazione dell’Antologia di Spoon River , con la memoria di Edgar Lee Master che ci accompagna per tutto il corso della narrazione.Commoventi e carichi di riflessione filosofica i testi di Angelo Floramo che ancora una volta conferma la sua potenza di scrittore , offrendoci un panorama umano di intensità unica, in questo caso accompagnandosi con voci recitanti di grande afflato lirico .Canti della casa dei viventi, questo il titolo dell’opera , è un canto fragile come la vita che sfugge nel tempo rimanendo relegata allo spazio di una terra che accoglie solo pochi resti, ma è allo stesso tempo un canto forte che sollecita a pensare che un’anima rimane oltre la povera e limitata fisicità. Quella non sostanziale identità racconta, parla, non si lascia assorbire dal tempo ne’ si lascia limitare da confini e da pregiudizi, ma dichiara potentemente la vita.Noi di Nordestnew siamo stati ospiti di questa opera pregevole da ricordare, sollecitiamo i nostri lettori a non perderla nei vari appuntamenti che potrà ancora proporre questo progetto della Società Operaia di Pordenone.
Vito Sutto