Martedì 5 luglio 2016: un lungo viaggio in cui non sono mancate code, ritardi, imprevisti vari.. ma finalmente eccoci dentro un San Siro che freme, gente di ogni età e provenienza, mani che applaudono, cori che scalpitano.. ore 20.02 e il mio vicino, un simpatico omone, non ce la fa più ad aspettare “forza Boss esci che c’è tensione qua fuori!” Io lo guardo divertita e sorrido, un po’ di ritardo mi sembra più che normale, lo fanno anche le spose al loro matrimonio, no?!
Poi, dopo una ventina di minuti, è l’apoteosi! Le note di Morricone, la E-Street Band e lui, Bruce! Dopo tanti anni che lo inseguivo finalmente è arrivata la mia prima volta, e cavoli che prima volta! Adesso capisco l’impazienza del mio vicino!
Un tripudio di canzoni che si susseguono una dopo l’altra senza tregua né interruzioni, ritmi scatenati si alternano a brani che straziano il cuore e fanno venire la pelle d’oca, il mio ormai amico omone mi confessa “io tra poco mi metto a piangere!” e come dargli torto? Non è un concerto, non è uno spettacolo, è emozione pura. Sul palco e tra la gente c’è un artista con la ‘A’ maiuscola che dà tutto se stesso e si diverte con il suo pubblico, è sintonia, è magia. Non ci sono coreografie né effetti speciali, ma infondo non servono, basta lo stadio, basta la musica, basta lui, lui che canta tra il pubblico, ci parla e stringe mani, lui che raccoglie gli striscioni e li mostra orgoglioso e pieno di gratitudine alle telecamere, lui che trascina sul palco due ragazze e un bambino, li abbraccia, ci balla e ci suona assieme, lui che zittisce lo stadio per poi farlo esplodere di nuovo in un boato ancora più fragoroso, lui che ringrazia commosso, lui che ci mette cuore, intensità, energia e passione. Oltre 3 ore e 40 di musica, di poesia, un cielo stellato dentro San Siro e ancora ballo scatenato, la folla che urla perché you know you make me wanna shout! Lo stadio che vibra, un mare di sensazioni indescrivibili, di emozioni sotto pelle, brividi lungo la schiena e ricordi indimenticabili!
E così arriva la mezzanotte, ora in cui le belle favole finiscono, un saluto e una pacca sulla spalla alla band che lascia la scena, l’ultima canzone e poi chitarra al cielo e quello sguardo e quel grazie sincero del Boss che rapiscono per l’ultima volta la sua gente.. Questo è rock! Epico!
S.G.