«Ho sempre fatto fatica a non poter scattare con gli occhi. Se avessi potuto… Tac! Sarebbe stato bellissimo», dice Ulderica da Pozzo davanti all’obiettivo del regista Stefano Giacomuzzi, mentre viaggiano per le montagne della Carnia. La grande fotografa friulana viene raccontata per la prima volta nel documentario “Ulderica. Frute di mont”, che sarà presentato in anteprima assoluta a Cinemazero, per la XVI edizione del Pordenone Docs Fest, giovedì 30 marzo alle 20:45. Il film è stato prodotto da Agherose, grazie al sostegno del Fondo Regionale dell’Audiovisivo del FVG e con il patrocinio dell’ARLeF – Agenzia Regionale per la Lingua Friulana.
Da quarant’anni Ulderica da Pozzo fotografa le sue terre. Da sempre ha circoscritto la sua ricerca al Friuli Venezia Giulia, collaborando con varie testate nazionali. In particolare ha dedicato alla Carnia e alle sue tradizioni memorabili progetti come “Femines. Donne del latte. Gesti e luoghi, tra presente e memoria”. Attraverso l’esplorazione di questo piccolo, inesauribile microcosmo, Ulderica ne trascende inevitabilmente i confini, volgendo lo sguardo al mondo intero. Il tema della sua indagine è il rapporto tra la vita e la morte e i suoi scatti riescono a fissare l’ineffabile e logorante scorrere del tempo. Fotografare è stata una terapia ma in lei sono ancora vivi i contrasti della bambina che è stata. Nei suoi occhi, oggi, si ritrova lo sguardo coraggioso e al contempo impaurito dell’Ulderica bambina. Ed è proprio per questo che la montanara dal nome antico – come la descrive Paolo Rumiz – ha la facoltà di viaggiare nel suo mondo «con la stupefazione di chi lo vede per la prima volta». Così Ulderica con occhi curiosi continua a cercare e a ripercorrere le montagne della sua infanzia rivolgendo l’obiettivo verso quel piccolo universo in cui si rispecchia il mondo intero.
Il documentario “Ulderica. Frute di mont” narra la sua storia e i luoghi cari a lei e al regista che l’ha accompagnata, Stefano Giacomuzzi. «Mi sono trovato assieme a Ulderica a percorrere le montagne della Carnia. Quelle terre che avevo già a lungo esplorato per la realizzazione del mio primo film. Ma questa volta non ero solo, – racconta il regista. – Così in due ci siamo divertiti a vagare per le montagne del Friuli, solitamente senza una meta. Abbiamo incontrato volti di vecchi amici comuni e fatto nuove conoscenze. Ripercorso sentieri che non battevamo da anni e scoperto luoghi nuovi. Nel piccolo viaggio che Ulderica ed io abbiamo intrapreso, fotografia e cinema hanno continuato il loro dialogo: Ulderica ha continuato a scattare, io a riprendere. Entrambi, ciascuno con il suo medium, abbiamo raccontato qualche storia, che in fondo è l’unica cosa che conta per un fotografo o un regista».
Con la sua opera prima, “Sotto le stelle fredde”, Giacomuzzi vince il Bellaria Film Festival. È autore del film “Pozzis Samarcanda”, viaggio donchisciottesco di un vecchio motociclista dal Friuli al cuore dell’Asia, che ha ottenuto diversi riconoscimenti in festival nazionali e internazionali.