Al Teatro Nuovo Giovanni da Udine tre testi esemplari della drammaturgia friulana.
Strissant vie pe gnot (Caino) di Luigi Candoni, Mariute di Ercole Carletti e I Purcinei (1943) di Arturo Feruglio rivivranno in forma di azione scenica sul palcoscenico. Ideazione e direzione artistica, cura drammaturgica e critica di Paolo Patui, azioni sceniche a cura di Paolo Sartori. Un progetto del Teatro Nuovo Giovanni da Udine.
Udine, 18 aprile 2019 – La produzione drammaturgica friulana è ricca, varia, radicata nel tempo, spesso pure sottovalutata, ignorata, relegata all’angolo della farsa o del folklorismo dialettale a causa di un connaturato atteggiamento di inferiorità ereditato dalla storia, dagli eventi, dalla perifericità geografica di questa terra di confine. E invece, proprio questa “essere di periferia” può tramutarsi in un punto di forza, ovvero nell’occasione per una produzione culturale – e quindi anche teatrale – decentrata e perciò libera da mode, imitazioni, banalizzazioni. È questo il senso di Trame Ricucite, tre testi esemplari della drammaturgia friulana che la Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine porterà all’attenzione del pubblico a maggio 2019 con l’ideazione, la direzione artistica, la cura drammaturgica e critica di Paolo Patui, le azioni sceniche a cura di Paolo Sartori e le scelte musicali di Daniele D’Arrigo. Tre capolavori in marilenghe dunque, che verranno fatti rivivere in forma di azione scenica sul palcoscenico del Teatro Nuovo, sottolineandone non solo il relativo pregio drammaturgico, ma anche la forza divergente delle tematiche affrontate: Strissant vie pe gnot (Caino) di Luigi Candoni (8 maggio 2019), Mariute di Ercole Carletti (15 maggio 2019) e I Purcinei di Arturo Feruglio (22 maggio 2019).
Gli appuntamenti avranno inizio sempre alle 20.45 e vedranno la partecipazione degli attori Daniele D’Arrigo, Simona Dri, Raffaella Fabris, Paola Ferraro, Serena Fogolini, Giorgio Merlino, Paolo Rota, Stefano Tonello, Daniele Vanin e Daniela Zorzini nonché del Direttore Artistico Prosa del Giovanni da Udine, Giuseppe Bevilacqua, nel ruolo di Blanc di Strissant vie pe gnot. La rassegna sarà inoltre corredata da interventi di Paolo Patui e offrirà l’occasione per rendere omaggio ad Angela Felice, indimenticata protagonista di un percorso di studio sul valore della nostra tradizione drammaturgica che il Giovanni da Udine ha iniziato e condiviso nelle scorse stagioni.
“Trame ricucite è un contributo che il Teatro Giovanni da Udine offre per favorire la divulgazione e l’approfondimento di testi teatrali in friulano che hanno caratterizzato efficacemente in passato l’arte scenica – spiega Giovanni Nistri, Presidente della Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine -. Un contributo che affianca il progetto di costituzione di un Teatro stabile friulano per la produzione di spettacoli in lingua friulana, che rappresenta il coronamento di aspirazioni e iniziative che per decenni hanno caratterizzato la vita culturale di Udine e del Friuli. Ci auguriamo che la molteplicità delle iniziative che finora si sono realizzate in questo settore possa trovare una efficiente sintesi in una organizzazione professionistica che dia rilievo alla drammaturgia friulana contribuendo a rinsaldare l’identità di una cultura non ancora sufficientemente conosciuta.”
Trame ricucite, dunque, prenderà il via l’8 maggio alle 20.45 con un testo moderno, quasi senza tempo e senza storia. In Strissant vie pe gnot, messo in scena per la prima volta nel 1975, Luigi Candoni ci offre una rilettura inesorabile e cinica delle vicende bibliche di Caino e Abele, rovesciandone i termini di paragone; qui Abele è un personaggio egocentrico e truce a cui Caino è costretto, suo malgrado a togliere la vita: una sorta di pegno da pagare per insegnare al mondo la disumanità della violenza.
Seguirà il 15 maggio Mariute di Ercole Carletti, rappresentato e pubblicato nel 1922, unico vero e importante testo teatrale friulano che abbia il coraggio di affrontare il tema della Prima Guerra Mondiale, dei suoi strascichi sociali e umani, grazie a una vicenda drammatica che mette in primo piano l’indomabile dignità di una figura femminile che il perbenismo vacuo dei suoi familiari vorrebbe disonorare.
Infine, la mercificazione dei rapporti sociali e umani è al centro dello straordinario ritmo che caratterizza le vicende de I Purcinei (22 maggio), splendido testo teatrale di Arturo Feruglio, scritto e pubblicato nel 1943, corredato dalle vivacissime illustrazioni di Fred Pittino. Un testo dall’ironia feroce, dai tempi comici perfetti, dall’incedere ritmico seducente, ma soprattutto attualissimo nella sua spietata critica alla corruzione e alla smania di scalata sociale.
Tre testi lontani nel tempo, nei modi, nelle scritture, eppure legati fra loro dalla comune tematica della famiglia, centro di aggregazione di sentimenti, interessi, necessità di sopravvivenza; sono famiglie smembrate, ciniche, sprezzanti, in cui la naturalità degli affetti deve lottare quotidianamente contro l’ingranaggio implacabile degli interessi. Tre testi che dimostrano ancora, se mai ce ne fosse bisogno, che la lingua teatrale nasce dalla sua necessità scenica e non aprioristica. Sono testi in friulano, allora, ma sporcati non a caso e non per vezzo formale dall’utilizzo di linguaggi “stranieri”: l’italiano del soldato napoletano di Mariute, il veneziano/udinese dei Purcinei, l’inglese civilizzatore con cui il Blanc stupisce la primitività dei protagonisti di Strissant.