Se Prowein sta progressivamente divenendo la fiera di settore più razionale, la kermesse veronese che recentemente ha chiuso la 52esima edizione resta incontrastata vetrina per i vini della penisola.
128mila presenze nei quattro giorni di fiera rappresentano una sostanziale tenuta nei numeri rispetto alla precedente edizione; interessante invece notare come i compratori esteri siano aumentati del 6% per un totale di 32mila presenze, tutte interessate e qualiicate.
L’organizzazione ha sì implementato il processo di incoming, ma il merito principale va alle 4.380 aziende espositrici (da 36 paesi diversi) che stanno producendo vini (oltre 15mila le etichette presentate) di livello sempre più alto, testimonianza dell’assoluta importanza nelle buone pratiche di vigneto e cantina, oltreché nella tracciabilità di filiera.
Sempre maggiore interesse stanno riscontrando i prodotti naturali: vini senza solfiti, vini vegani, vini biologici con un passaporto di tracciabilità dimostrabile; e gli ‘Orange wines’, vini macerati e iperossidati i quali, partiti dalle aree di confine fra Friuli e Slovenia, stanno destando più interesse incrementando anche le aree produttive. Gli enologi Alessandro Gallici e Cristian Tombacco hanno ad esempio presentato un Orange prodotto nel sudovest della Sicilia. Questo vino associa le pratiche tradizionali romane (anfore) e i processi ossidativi sui vitigni nativi del vino Marsala all’aggiunta di uve d’appassimento naturale, in secondo momento, tipica dell’isola di Pantelleria (zibibbo).
Sempre all’avanguardia il Friuli-Venezia Giulia, che difende le proprie eccellenze assolute dalla crescita esponenziale delle altre regioni: ottimi numeri nei 1500 metri quadri organizzati dall’ERSA nel Padiglione 6, dove le sei torri rivestite di legno chiaro naturale hanno assistito ad oltre 45mila degustazioni proposte dalle 110 aziende espositrici. Il mondo vitivinicolo friulano pare essersi messo alle spalle lo scandalo sauvignon e tutti i rumors ad esso collegati, dedicandosi anima e corpo (DNA della nostra gente) a produrre vini d’eccellenza assoluta.
Commoventi alcuni vini aromatici, e non citerò le aziende per non scontentare nessuno; interessante la montante alternativa al Prosecco, costituito dalla Ribolla Gialla Spumante DOC Friuli la quale, se ben promossa, potrebbe sfruttare il traino determinato dai 645 milioni di bottiglie del vino veneto-friulano esportato nel 2017 ritagliandosi una buona fetta di mercato. Interessanti alcune proposte di vino rosso, autoctono ed internazionale, che sfruttano un appassimento sempre discreto ovviando, con la surmaturazione forzata in stanza, ad una stagione spesso troppo corta.
Un’annata difficile ha lasciato segni sulla serenità di qualche produttore, non sulla qualità dei vini 2017 che hanno mostrato, a fronte di un volume prodotto sensibilmente ridotto (circa il 30% in meno), una qualità di livello assoluto. Più regolare pare proporsi la vendemmia 2018, dopo che alcune giornate con temperature sopra la media hanno elevato lo zero termico ad altitudini di tutta rassicurazione contro eventuali gelate tardive.
Il Friuli-Venezia Giulia è anche terra di solidarietà: diverse le iniziative promosse all’ombra delle torri dai nomi di donna: Amormicork Italia ha promosso ‘tappodivino, il cuore buono del sughero’ per trasformare tappi usati in materiali per bioedilizia; questi, venduti, finanzieranno un campus di terapia ricreativa che ogni anno assiste 1300 malati oncologici infantili.
Continua da trentatré anni la produzione del ‘vino della Pace’, prodotto nella ‘Vigna del Mondo’ (piantata nel 1983) la quale contiene vigne di 600 varietà provenienti da tutti i continenti della terra. Le 10mila bottiglie prodotte sono spedite a capi di Stato e autorità civili e religiose, come messaggio di fratellanza e rifiuto assoluto delle guerre.
È stato presentato anche ‘diversamente DOC’, progetto nato nel 2011 dall’europrogettista Francesca Ballali in collaborazione con il vignaiuolo Giorgio Colutta assieme all’ANFFAS di Udine, con lo scopo di creare percorsi d’inserimento in agricoltura per persone portatrici di disabilità.
Ma molte altre sono le iniziative presentate: ‘fatto in paradiso’ che aiuta i bambini del Sudest asiatico; ‘diamo un taglio alla sete, nome evocativo di un’idea che contribuisce a finanziare le opere del missionario friulano fra Dario Laurencig il quale da quarant’anni aiuta le genti di Kenia, Uganda, Sud Sudan.
Infine menzione per le T-shirt gialle di ‘Spirito DiVino’: organizzato dal Movimento Turismo del Vino deo FVG e giunto alla 19esima edizione, ha messo assieme vignaioli, vignettisti e studenti nel lancio del concorso internazionale per illustratori satirici dedicato al mondo del vino. Ospite d’onire, quest’anno, il maestro Valerio Marini.
Appuntamento all’edizione numero 53, già programmata dal 7 al 10 aprile 2019; nel frattempo continuiamo a difendere le eccellenze enoiche italiane e friulane in particolare: ve n’è bisogno.