Sarà inaugurata sabato 28 giugno alle ore 17.30 presso il centro Didattico della Scuola d’Ambiente a Barcis e potrà essere visitata fino al 27 luglio, una duplice mostra fotografica che ha tutti i presupposti per lasciare a bocca aperta i visitatori. La prima dal titolo “Il volto nascosto dell’Europa”, riunisce tutte le fotografie selezionate durante il concorso internazionale di fotografia ipogea organizzato dall’Unione Speleologica pordenonese C.A.I. svoltosi nel 2013 in occasione del 150° anniversario della fondazione del C.A.I. pensato per coinvolgere speleo fotografi europei. Concorso che ha voluto unire, valorizzare e far conoscere quel mondo che più volte è stato definito Il vuoto che riempie le montagne.
“Con oltre 50 iscritti di provenienza italiana, spagnola, portoghese, francese, slovena, bulgara, croata, romena e turca, in 4 mesi di concorso abbiamo ricevuto 250 foto – racconta uno degli organizzatori -, nella mostra vengono esposte le 50 foto scelte dalla giuria composta da fotografi qualificati ma non speleologi, come Giuliano Boghesan, Giancarlo Pagliara, Luciano Gaudenzo, Stefano Consolaro, e Daniele Indrigo, per avere una valutazione neutra che premiasse le caratteristiche tecniche, compositive e artistiche di tutte le foto ricevute”.
La seconda mostra, presente all’interno del centro Didattico della Scuola d’Ambiente, ha per titolo “Le acque del Cellina e la grotta della Vecchia Diga. Speleologi e ingegneri alla scoperta dei segreti della Valcellina” e ci accompagna per mano attraverso la forra e dentro la cavità della Grotta della Vecchia Diga, esplorata per la prima volta nel 1952 da un gruppo di ingegneri. La mostra nasce come costola di un volume che porta lo stesso titolo, realizzato nel 2013 sempre in occasione del 150° del C.A.I. dall’USP di Pordenone e presentato in anteprima durante il Festival di Pordenonelegge.it.. La mostra come il libro contiene informazioni e materiale storico anche inedito proveniente dal figlio dell’ing. Corrado che ha contribuito con le sue conoscenze alla realizzazione del progetto editoriale. La mostra vuole mettere in evidenza come tutte le opere idrauliche presenti lungo la Vecchia Strada della Valcellina abbiano aiutato alla valorizzazione dell’ambiente e abbiano permesso ai loro ingegneri di scoprire delle bellezze naturali non conosciute e ora molto care agli speleologi del pordenonese e non solo.