Anche venerdì 23 agosto l’Estate in Città comincia con le letture di Matilda per i piccolissimi in biblioteca alle 17 e prosegue poi a tutto blues con il Pordenone Blues Festival che contagia tutta la città con concerti on the road nei locali del centro, mentre il Cinema sotto le stelle a cura di Cinemazero in piazzetta Calderari, proporrà alle 21 Sugar Man, film da oscar di Malik Benjelloul.
Alle 18 scatterà l’ora blues e il centro di Pordenone diventerà una sorta di Bourbon Street di new Orleans tra musica live, dj set, spettacoli e cicchetti a tema. Pizzeria Alla Catina, Gelateria Cavour, Bianco e Rosso, Bar Inchiostro, Bar Alla Posta, Le Casette, Osteria Al Tramai, Al Cenacolo, La Vecia Osteria del Moro, Prosciutteria Dok Dall’Ava e Taverna Mister O ospiteranno Secret Key Trio, Flavio Paludetti Band, Move’n Groove, Mayday Group, Silvia Marchesan Blues Set, Max Prandi Cha Tu King, Paolo Mizzau & The Doctor Love Band, Blues Piratas. Ma tra i locali c’è anche chi ha scelto di aderire attraverso altre arti come il We Est di via Battisti che ospita una minimostra fotografica di Sandro Sedran, nikonista friulano, che presenta una selezione di scatti a tema Blues ed esprime appieno nel bel ritratto di Tamara Peterson realizzato al Pistoia Blues Festival 2013 la sua attenzione nel cogliere l’attimo e i disegni della luce che si fonde metaforicamente con i suoni, assieme alla cura per la definizione, la cromia e il dettaglio.
“Sugar man” proiettato in piazzetta Calderari da Cinemazero per il Cinema sotto le stelle racconta la parabola di Sixto Rodriguez: una storia così carica di curiosità e sfortunate vicissitudini da essere un perfetto soggetto, trattato da Bendjelloul con un occhio attento alla ricostruzione filologica della scena musicale e a una regia equilibrata e intelligente. Dopo due dischi coincisi con altrettanti insuccessi di pubblico, Rodriguez svanisce nell’ombra ma conquista – restandone ignaro – un successo straordinario nella peculiare realtà del Sud Africa dell’Apartheid, in cui i suoi testi spregiudicati sono visti come una spinta alla ribellione. Ne nasce un culto così diffuso e duraturo da spingere un appassionato e un giornalista sudafricani ad indagare approfonditamente su Sugar Man e sulla sua scomparsa, ammantata nel mito. Il regista raccoglie con stile tutti questi elementi in un racconto omogeneo, giocando nell’incipit sul mistero di un artista maledetto con inusuali inserti digitali “postumi” per poi approdare ai lidi rassicuranti del docu-rock e alla più classica delle storie di riscatto e redenzione.
Un’operazione costruita con grande perizia e non dimentica di trascinare lo spettatore, grazie anche al talento adamantino dello sfortunato songwriter, che con questo film si gode un secondo meritato successo, celebrato anche in patria con un americanissimo Oscar che ha messo tutti d’accordo. Ingresso libero.