Dopo lo straordinario successo dello scorso maggio, che ha visto il Parco del Castello di Torre, letteralmente invaso da visitatori di ogni età, Humus Park torna a fiorire seconda una cadenza biennale, che vede il meeting degli artisti di Land Art alternarsi alla presentazione del libro e della relativa mostra, in programma quest’anno sabato 16 aprile alle 16.30 nella Bastia del Castello.
La manifestazione – nata per iniziativa del Comune di Pordenone per valorizzare le proprie aree verdi attraverso l’arte – alla sua seconda edizione è già entrata nel cuore dei pordenonesi. Se la prima edizione ha visto protagonista il Parco del Seminario, la seconda ha scelto un altro luogo speciale della città: il Parco del Castello di Torre. Qui si sono trovati a maggio 2010 per una settimana una trentina di artisti nazionali e internazionali, che hanno lavorato alle proprie creazioni artistiche a coppie.
Ora la magia di quei momenti rivive nel secondo catalogo, edito dal Comune di Pordenone, grazie alla prestigiosa collaborazione di Guido Cecere, affermato fotografo e docente, e dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, senza dimenticare il preziosissimo apporto dello studio DM +B&Associati. “Humus Park – second edition” è infatti più di un catalogo, quanto piuttosto un viaggio emozionale attraverso immagini che parlano direttamente al cuore. Vi si ritroveranno tutte le suggestioni degli artisti all’opera e delle loro creazioni, immerse tra il verde della rigogliosa vegetazione e le limpide acque di risorgiva.
Una ulteriore selezione di queste foto è andata a costituire la mostra allestita nelle sale del Museo Archeologico, che verrà inaugurata contestualmente alla presentazione del libro e che rimarrà aperta per tutta l’estate, ovvero fino al 28 agosto (da martedì a domenica dalle 15.30 alle 19.30, domenica dalle 10 alle 13).
La filosofia di Humus Park, secondo le direttive e lo splendido esempio dei direttori artistici (i pordenonesi Gabriele Meneguzzi e Vincenzo Sponga, artisti affermati a livello internazionale e vincitori di innumerevoli premi) segue i principi della Land Art naturalistica. Agli artisti viene richiesto di utilizzare esclusivamente materiali naturali reperiti sul posto. La natura diventa quindi una tela naturale, da cui l’artista trae la propria ispirazione, prendendone “in prestito” i materiali (sassi, rami, foglie, terra, acqua…) con cui “gioca” creando la propria opera, per riconsegnarla poi nelle mani della natura stessa: sarà lei a continuare il gioco artistico attraverso il tempo e gli agenti atmosferici. In questo modo l’arte si libera dalle gabbie dei luoghi a essa deputati (gallerie, musei..) e anche da vincoli di proprietà o commerciali. La Land Art naturalistica apre quindi un’importante riflessione sulle modalità con cui l’uomo moderno si rapporta con la natura e interagisce con l’ambiente mostrando come si possa intervenire in armonia con essa, senza alterarla e violentarla, ma anzi reinventando forme e aspetti che narrano il suo eterno divenire.
Gli artisti dell’edizione 2010
Gli artisti intervenuti al secondo meeeting di Land Art a Pordenone, portando con sé esperienze e sensibilità diverse sono venuti da Danimarca, Stati Uniti, Russia, Sud Africa, Messico, Francia, Italia, Svizzera, Germania e Norvegia: Tommy Eide, Gilles Bruni, Gabriele Meneguzzi, Marie Helene Hess-Boson Vincenzo Sponga, Kai Bratbergsengen, Guerrino Dirindin, Marina Bulatova, Paola Paronetto, Anna Catharina Janse Snyman, Giacomo Chiarandini, Runi Kristoffersen, Giorgio Chiarello, Lene M Christiansen, Petrus Claasen Janse van Rensburg, Henry DeFauw, Fabio Dirindin, Monica Martinez, Marco Pasian, Gianni Pasotti, Giulia Simonetto, Galaad Pringent, Harry Schaffer, Ruggero Bosco, Wolf Warnke, Carlo Vidoni, Marisa Bidese, Armando Vidoni. Hanno partecipato anche una decina di studenti dell’Isac di Cordenons.