Trieste, 3 apr – Già una quarantina di parrocchie hanno
prenotato la visita a Barbana (Grado) per i loro fedeli durante
l’esposizione, dal 14 al 22 aprile, delle reliquie di papa
Giovanni Paolo II, mentre altri pellegrini sono attesi da tutto
il bacino di riferimento del Santuario, che comprende anche
Austria, Germania, Slovenia, Croazia ed alcune regioni italiane,
come Lombardia, Emilia Romagna, Veneto.
“L’evento non vuole essere un momento di trionfo ma di
accompagnamento spirituale” ha detto il priore del Santuario,
padre Stefano Gallinaro, che l’ha presentato questa mattina a
Trieste assieme all’assessore regionale alle Attività produttive
Federica Seganti, sostenitrice di un progetto che comprende anche
la mostra “La Via” realizzata in risposta alla “Lettera agli
artisti” del papa santo.
Una mostra itinerante, che arriva a Barbana dopo la tappa alla
diocesi di Trieste nel 2011 e ha ricevuto attestati dal ministro
della Cultura del Vaticano, cardinale Gianfranco Ravasi,
dall’arcivescovo di Cracovia Stanislaw Dziwisz, dal vescovo di
Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi.
“Nel complesso l’iniziativa rientra tra le attività connesse con
il turismo religioso – ha spiegato l’assessore – un turismo di
nicchia di cui Barbana è uno dei punti di riferimento più
importanti a livello regionale”.
“Un polo d’attrazione che abbiamo voluto lanciare – ha continuato
l’assessore – inserendone l’immagine nella copertina del
monografico di Traveller (Condè Nast) sulle proposte turistiche
del 2012, perché suscita tante emozioni sia negli amanti della
natura e dell’ambiente che in quelli attratti dal comprensorio
per motivi di fede”.
Le reliquie, ha confermato frate Gallinaro, saranno consegnate a
Roma nel Vicariato di San Giovanni al Laterano e ad accoglierle
ci sarà anche Federica Seganti.
Dopo una breve sosta nella Chiesa di Sant’Antonio dei Frati
minori, sempre a Roma, saranno portate in forma privata nel
Santuario di Barbana, dove resteranno esposte sino al 22 aprile,
quando aprirà i battenti la mostra presentata oggi dal suo
curatore, Fedele Boffoli.
Aperta sino al 3 giugno, la rassegna verrà inaugurata subito dopo
la messa solenne celebrata dal postulatore della beatificazione
di papa Wojtyla, monsignor Slawomir Oder, alla presenza delle
autorità civili e militari del Friuli Venezia Giulia.
Padre Stefano ha ricordato che sono molti i nostri emigrati che
attraverso il bollettino redatto dai Frati sono in costante
contatto con il Santuario, al quale fanno riferimento tutte le
volte che rientrano nella loro terra d’origine, friulani che
questa volta avranno un motivo in più per visitarlo.
Ispirato alle pagine mosse dal vento del vangelo posto sulla
semplice bara di Papa Wojtyla, il reliquiario è appunto un
evangeliario in bronzo, argento e oro zecchino e l’ampolla con il
sangue del pontefice è collocata sotto la riproduzione del
pastorale con il crocefisso.
Padre Stefano ha spiegato come l’evento dia il via alle
celebrazioni per i 150 anni dall’incoronazione, il 15 agosto del
1863, della Madonna di Barbana, che papa Wojtyla avrebbe voluto
visitare nel corso del suo viaggio pastorale in Friuli Venezia
Giulia senza però riuscirci.
“Sorvolando l’isola nel percorso in elicottero da Udine a Trieste
il papa avrebbe voluto lanciare dall’alto un serto di rose – ha
ricordato il priore del Santuario sottolineando la devozione del
pontefice per la Madonna – ma motivi di sicurezza sconsigliarono
il gesto e le rose vennero recapitate in seguito”.
Tornando alla mostra, saranno circa una trentina le opere
religiose esposte a Barbana e ciascuna di esse verrà accompagnata
da un testo letterario.
Realizzate, oltre che da Boffoli, da altri 14 artisti tra cui una
suora, sono già contenute nel catalogo distribuito oggi assieme
ad un CD realizzato dal gruppo degli “Amici del canto gregoriano
di Trieste” nel corso della presentazione di un’iniziativa che, a
partire dalla domenica dopo Pasqua, trasformerà Barbana in unpolo
d’attrazione spirituale per i tanti che hanno amato papa Wojtyla,
le sue opere ed i suoi insegnamenti.