Da sempre la musica è linguaggio non solo artistico, ma capace di creare relazioni e dialoghi inediti, anche tra culture diverse. La musica unisce e facilita la comunicazione. Un’idea in cui l’associazione Farandola crede fermamente da anni e attorno alla quale è stato costruito Una finestra sul cielo, incontro interculturale per un Natale pordenonese, serata in programma lunedì 23 dicembre, ore 20.30, nell’Auditorium Concordia di Pordenone. Sarà un Concerto di Natale inedito, che vedrà unite le diverse comunità etniche e religiose presenti in città, attraverso le loro chiese di riferimento: Chiesa Evangelica Battista di Pordenone, Pentecostale, Chiesa di Cristo Re, Chiesa Evangelica Romena e la Pilgrim Church. Ogni comunità porterà i suoi canti, supportati dai musicisti Roberto Buttignol, Paolo Corsini, Giampietro Turchet e Giovanni Gorgoni e dai giovani Maria Lincetto e Mauro Sist. Grazie al lavoro di regia del docente coordinatore, Stefano Serra, ogni comunità presenterà la propria esperienza per concludere con un canto comune. La locandina è stata realizzata con un disegno di Genita, ragazza kossovara che vive qui e frequenta il Liceo Artistico. Rappresenta un albero fatto di persone che insieme collaborano e interagiscono tra loro per tenere in piedi il mondo.
“Si tratta – spiega Valentina Gerometta – dell’avvio di un progetto interculturale che in prima battuta ha preso spunto da contatti già in atto, con alcune chiese evangeliche. Si è pensato pertanto di dare vita a un “Concerto di Natale” che vedesse assieme le diverse comunità. In questo contesto Farandola si pone come coordinatrice mettendo a disposizione le competenze dei propri docenti e musicisti. Per arrivare al traguardo, sono stati necessari mesi e mesi di contatti, di registrazioni, di sopralluoghi, un’interazione continua e costante, all’insegna della condivisione. Ed è qui che sta la novità: nessuno è stato chiamato al tavolo per aderire a un progetto. Tutti sono stati chiamati a essere propositivi al fine di mettere in atto un progetto condiviso. La musica è stato il trait d’union. Strada facendo si sono aperte nuove prospettive e soprattutto c’è stato modo di conoscersi meglio. Tutto nasce dal desiderio di entrare in relazione con il territorio, nella convinzione che se cominciassimo a dialogare veramente, confrontandoci su cose concrete, la nostra società così varia può riservarci delle grosse sorprese. Oltre tutto, coinvolgendo la fascia giovane, necessariamente si coinvolgono le famiglie, la gente è “costretta” a sedersi vicino, in contesti “normali”, non necessariamente lavorativi, per parlare di cose quotidiane”. In futuro il progetto prevede un nuovo appuntamento laico, per consentire a chiunque lo desideri di avvicinarsi per sperimentare e conoscere. L’ingresso è libero.