Da una parte l’assunzione di molti docenti (2000 in Fvg tra organico ordinario e potenziato), le maggiori risorse per il funzionamento degli istituti e per l’edilizia scolastica, i progetti di alternanza-scuola lavoro, la formazione per i docenti. Dall’altra, una dotazione di personale Ata insufficiente e un’assoluta assenza di valutazione della loro importanza, un aggravio di burocrazia per le segreterie amministrative, l’irrisolto problema della carenza di presidi di ruolo, nessuna attenzione per il ciclo dell’infanzia. Sono le luci e le ombre che stanno caratterizzando l’avvio della “Buona Scuola”, la riforma dettata dalla legge 107/2015. E proprio su punti di forza e di debolezza si è articolato l’incontro promosso dalla Provincia di Udine che ha coinvolto dirigenti scolastici, i dirigenti amministrativi, i rappresentanti sindacali della scuola. A introdurre il dibattito, moderato dalla giornalista del Messaggero Veneto Giacomina Pellizzari, il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini che ha ricordato l’attenzione dell’Ente nei confronti della scuola. “Un attenzione ripagata dalle continue ottime performance dei nostri istituti di cui auspichiamo di occuparci ancora nei prossimi mesi”. Pietro Biasiol, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale ha riconosciuto nella carenza di attenzione sul personale Ata una delle lacune della riforma che ha però il pregio di aver stabilizzato molti docenti precari attraverso l’esaurimento delle Gae ed inoltre aver dato l’opportunità di inserimento a tanti neo laureati attraverso i concorsi. Certo l’impatto non è stato agevole, tanto che si è riscontrato un aumento dei ricorsi in relazione alle assegnazioni, procedure che hanno aumentato a dismisura il lavoro burocratico degli uffici. A riassumere l’impatto della riforma dal punto di vista dei presidi, le due dirigenti scolastiche Elisabetta Zanella (istituto comprensivo di San Daniele e reggente all’isis Manzini della stessa località) e Lucia Chiavegato dell’Isis Paschini-Linussio di Tolmezzo. “E’ stata una corsa contro il tempo” hanno detto riconoscendo la notevole mole di lavoro aggiuntiva correlata alla riforma che si è intersecata anche con le opportunità offerte dai progetti europei. Hanno manifestato perplessità anche sulla suddivisione del territorio provinciale in tre ambiti: il primo da Tricesimo a Tarvisio, il secondo corrispondente al perimetro urbano di Udine e il terzo al Medio e Basso Friuli. Drammatico il problema delle reggenze per i presidi a scavalco tra due istituti. Completamente sottovalutato secondo Luca Gervasutti (presidente Associazione Nazionale presidi di Udine), il sottodimensionamento del personale Ata che deve essere potenziato applicando il principio dell’organico dell’autonomia prevedendo anche la formazione. Maddalena Venzo dell’Associazione Disal (dirigenti scuole autonome e libere) ha posto in evidenzia la difficoltà attuale a individuare un docente vicario che affianchi il dirigente. Arianna Zanello della Gilda ha definito questo anno di rodaggio “annus horribilis”; al di là del dato positivo delle 90 mila assunzioni “una riforma di questa tipologia non era necessaria”, il commento di Natalino Giacomini (Cgil) mentre Mauro Grisi (Snals) ha espresso preoccupazione in merito a una possibile aziendalizzazione della scuola che deve mantenere la sua funzione formativa. “Non deve diventare un centro da affidare a un super dirigente magari nominato dalla politica”, ha auspicato. Don Igino Biffi direttore del Bearzi ha evidenziato pregi e difetti della norma applicata alle scuole paritarie. Nelle sue conclusioni, l’assessore provinciale all’istruzione Beppino Govetto ha rimarcato il grande lavoro svolto dai dirigenti in questo anno e la necessità di rafforzare queste figure incrementando il loro staff. Govetto ha sottolineato come il convegno odierno abbia evidenziato la necessità di ulteriori confronti costruttive per tutti gli operatori della scuola. “La Provincia, prossima al passaggio di consegne continua a essere riferimento delle istituzioni scolastiche del suo territorio cogliendo l’importanza della necessità di un confronto tra gli addetti ai lavori su una tematica così rilevante e attuale qual è la riforma della nostra scuola”.