L’attività di identificazione precoce dei
casi sospetti di DSA (Disturbi specifici dell’apprendimento) è
l’oggetto del protocollo di intesa sottoscritto oggi tra gli
assessori regionali al Lavoro, Formazione e Istruzione, Loredana
Panariti ed alla Salute ed Integrazione sociosanitaria, Maria
Sandra Telesca, ed il direttore dell’Ufficio Scolastico
Regionale, Daniela Beltrame.
Il documento, che come ha ricordato Beltrame era molto atteso dai
Centri territoriali di supporto (CTS), consente l’avvio di un
lavoro sinergico e permette, ha osservato Panariti, di affrontare
un problema che può essere risolto e non diventare nel tempo un
elemento di discriminazione.
La Legge 170/2010 attribuisce alla scuola il compito di svolgere
attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA,
distinguendoli dai casi di difficoltà di apprendimento di origine
didattica o ambientale.
Stipulato anche in seguito al Decreto ministeriale emesso in
proposito il 17 aprile 2013, “il protocollo si inserisce in un
percorso che prevede – ha osservato Panariti – tutta una serie di
attività con obiettivi importanti, a partire dalla costituzione
di un tavolo istituzionale per l’individuazione di dispositivi di
comunicazione, raccordo ed integrazione”.
“Altri obiettivi – ha continuato Panariti – sono il coordinamento
dei soggetti istituzionali, l’ottimizzazione delle risorse
disponibili, l’individuazione delle buone prassi già in atto sul
territorio, lo sviluppo dell’attività di rete e la definizione di
strategie di sistema per percorsi clinici omogenei in tutta la
regione”.
Anche per Telesca il documento è un risultato importante, “perché
vede la collaborazione tra i due assessorati e l’Ufficio
scolastico regionale e perché permette la definizione di regole
che consentano di superare la disomogeneità di trattamento con
cui si affronta, nelle diverse aree del Friuli Venezia Giulia e
nelle scuole, un fenomeno che va stimato nella giusta misura per
evitare che si arrivi ad identificare come affetti da DSA bambini
che in realtà non lo sono”.
A tale scopo l’iter previsto dal protocollo prevede
l’individuazione degli alunni che presentano difficoltà
significative di lettura, scrittura o calcolo (dislessia,
disgrafia, discalculia), l’ attivazione di percorsi didattici
mirati al recupero di tali difficoltà e la segnalazione dei
soggetti resistenti all’intervento didattico.
Il documento siglato oggi regolamenta quindi le fasi del percorso
di identificazione e diagnosi di DSA deputate alla scuola
(identificazione degli alunni con difficoltà di apprendimento,
avvio di strategie didattiche mirate al recupero di tali
difficoltà e segnalazione solo degli alunni nei quali il
potenziamento didattico si sia rivelato inefficace con stesura di
una comunicazione scritta) ed ai servizi sanitari preposti alla
diagnosi e relativa certificazione.
A tale proposito, l’assessore Telesca ha confermato che, tra i
tanti soggetti coinvolti, la formulazione della diagnosi
competerà ai servizi pubblici (e quindi alle neuropsichiatrie
infantili) ed a quelli accreditati convenzionati con il SSR nella
disciplina specifica.
A sua volta Beltrame, sottolineando l’importanza del ruolo svolto
dalla scuola a favore della diagnosi precoce dei casi di DSA, ha
osservato che il protocollo consentirà di “mettere a sistema
prassi che già esistevano ma è giusto vengano condivise a livello
regionale” ed ha sottolineato l’importanza della formazione a cui
gli stessi insegnanti sono molto interessati, perché sono loro a
seguire l’iter di monitoraggio attraverso la stretta
collaborazione con i servizi sanitari.