Fontanini, «Si tratta della risposta ai volantini realizzati e diffusi nei giorni scorsi dal gruppo “Genitori di Remanzacco”»
Un manifesto con su indicati i riferimenti alla normativa regionale, nazionale e internazionale nonché alla costituzione in materia di lingua friulana. È quello realizzato dall’assessorato alle politiche linguistiche della Provincia di Udine che sarà appeso in questi giorni dall’amministrazione comunale di Remanzacco nelle scuole del comune e nel Municipio. «Ciò – ha spiegato il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini – in risposta all’informazione denigratoria organizzata dal “Gruppo dei genitori di Remanzacco” mediante volantini. Visto che riteniamo che questa iniziativa possa avere interferenze negative e al fine di promuovere una corretta e adeguata conoscenza delle disposizioni nazionali e regionali, dei regolamenti e del piano applicativo di sistema per l’insegnamento della lingua friulana nelle scuole della provincia di Udine, abbiamo deciso di realizzare questi manifesti».
Nel manifesto, in sintesi, non solo l’accenno a fonti normativi quali la Costituzione (articolo 6), la “Carta Europea delle lingue regionali o minoritarie” le leggi nazionali e regionali ma anche alcuni significativi dati: in provincia di Udine i Comuni dichiaratisi di lingua friulana sono 126. Sempre in provincia di Udine, per l’anno scolastico 2012/2013, la percentuale di genitori che hanno richiesto per i propri figli l’insegnamento del friulano è pari al 74% (con un +29% rispetto all’anno precedente). Nella locandina realizzata dall’assessorato alle politiche linguistiche anche il riferimento al volume “Il cervello bilingue. Neurolinguistica e poliglossia”, scritto dal professor Franco Fabbro – professore di neuropsichiatria infantile all’Università degli Studi di Udine – dove si sostiene che il bambino bilingue o plurilingue sviluppa una migliore capacità di apprendere il linguaggio.
«L’iniziativa – chiosa Fontanini – sollecitata anche dall’opposizione, mira dunque a fare chiarezza, soprattutto a chi con questa iniziativa ha voluto calpestare il diritto del nostro popolo a veder difesa la propria lingua».