Si è riunita nei giorni scorsi, a Palazzo Locatelli a Cormons, la “Consulta Provinciale per la Comunità Friulana”. Tema dell’incontro, il rapporto tra scuola e insegnamento della lingua friulana, con gli interventi di William Cisilino, direttore dell’Agenzia Regionale per la lingua friulana, e Paolo Buzzulini, dirigente scolastico e componente della Commissione regionale per la valutazione dello stato di applicazione dell’insegnamento e dell’uso della lingua friulana delle istituzioni scolastiche.
Cisilino ha illustrato i dati relativi alle scelte dei genitori per l’insegnamento della lingua friulana nelle scuole materne, elementari e medie nell’anno scolastico 2013-14. A livello regionale la scelta per il friulano è stata fatta dal 59% delle famiglie, con una punta del 71% in provincia di Udine. In ordine ai comuni “friulanofoni” della nostra provincia, il 42% viene ritenuto un dato medio soddisfacente ma, soprattutto per l’ambito delle scuole di Gradisca, la percentuale potrebbe decisamente migliorare.
Cisilino ha poi richiamato l’attenzione sulle difficoltà di reperire i docenti, anche per alcuni limiti normativi dei regolamenti che presiedono alla loro assunzione.
Paolo Buzzulini, confermando la difficoltà di trovare docenti qualificati per l’insegnamento della lingua friulana e la criticità nel motivare i docenti friulanofoni già in servizio a qualificarsi in tal senso, ha evidenziato l’iniziativa avviata in collaborazione fra Società Filologica Friulana e Istituto Comprensivo di Cormons, un corso che partirà a febbraio, quale preziosa occasione di formazione specifica per docenti. Ha riferito inoltre l’esistenza di alcuni problemi tecnici nella tempistica dei finanziamenti i quali condizionano il regolare avvio delle attività didattiche.
Il dirigente scolastico ha anche fatto un breve excursus sulla legislazione in tema di apprendimento della lingua friulana e sulle possibilità che si sono aperte a partire dal 2011 con l’emanazione del regolamento attuativo della L. 29/2007. E ha sottolineato l’elevata percentuale di adesioni nelle scuole dell’infanzia e primarie del territorio di sua competenza (Romans d’Isonzo), grazie anche a un rapporto di collaborazione con le locali associazioni culturali.
In ordine agli aspetti didattici, Buzzulini ha sottolineato l’importanza che il friulano sia proposto come lingua attuale e non come lingua dei nonni: ai bambini che la sentono parlare in famiglia va offerto per non perdere un patrimonio culturale alla loro portata, mentre ai bambini che vengono da altri territori va proposto per conoscere meglio un importante aspetto della terra nella quale sono venuti ad abitare.
Il dirigente ha inoltre citato l’importanza del plurilinguismo, dove il friulano si configuri accanto alla lingua straniera quale risorsa per l’arricchimento di codici linguistici diversi e ha evidenziato la possibilità dell’uso veicolare della lingua friulana per l’insegnamento delle altre discipline.
Ai due relatori hanno fatto seguito gli interventi dei consiglieri presenti, del direttore della Filologica, Feliciano Medeot, e di Dorotea De Marco, dello Sportello linguistico per i cittadini di lingua friulana del Comune di Gorizia.
La Consulta, ribadendo una valutazione sostanzialmente positiva per gli esiti di questi primi due anni di insegnamento della lingua friulana, si impegnerà affinché l’esperienza possa migliorare con il concorso dei dirigenti scolastici e degli insegnanti. In tal senso, sarà chiesto uno sforzo comune alle Amministrazioni comunali, con il supporto dell’ARLEF, della Società Filologica Friulana e delle diverse associazioni culturali locali che promuovono la conoscenza della lingua e della cultura friulana.