Il MoVimento 5 Stelle del
Friuli Venezia Giulia chiede alla Giunta Serracchiani che le
elezioni comunali di primavera si tengano nella stessa giornata
prevista per il referendum indetto dal Governo per domenica 28
maggio. La proposta è contenuta in una mozione presentata oggi in
Consiglio regionale.
“L’accorpamento delle due consultazioni in un unico election day
oltre a favorire la partecipazione democratica dei cittadini,
scongiurerebbe anche un inutile spreco di denaro pubblico –
spiegano i consiglieri regionali pentastellati -. Pertanto, per
le medesime ragioni, chiediamo all’Esecutivo regionale di fare
pressione sul ministero dell’Interno per indire lo svolgimento
delle consultazioni amministrative nelle Regioni a statuto
ordinario sempre per il prossimo 28 maggio.
“Già l’accorpamento dei due importanti momenti di espressione di
democrazia partecipata (amministrative e referendum)
permetterebbe un notevole risparmio sulle finanze pubbliche –
sottolineano i consiglieri -. Tra i costi diretti della
consultazione referendaria vanno ricompresi, infatti, i rimborsi
ai Comuni, che vanno dalle spese per la propaganda elettorale
all’acquisto del materiale indispensabile per l’installazione dei
tabelloni, dalla remunerazione dei presidenti di seggio e degli
scrutatori al costo del trasporto delle schede, e ai costi del
personale di sicurezza per garantire il regolare svolgimento
delle consultazioni. Del resto, anche dalla lettura della legge
regionale n. 19 del 2015 si evince il principio per il quale si
dovrebbe tendere ad accorpare il più possibile le consultazioni
elettorali.
“In particolare, la scelta di due date differenti per le due
consultazioni – aggiungono i portavoce regionali del M5S –
potrebbe comportare una minore partecipazione al voto, rendendo
difficile il raggiungimento del quorum previsto dalla legge per
rendere valida la consultazione referendaria e inficiando così il
valore politico e democratico della convocazione alle urne.
“Se questa decisione fosse confermata, la classe politica
finirebbe per reiterare il grave errore già commesso nel 2011,
quando non si accorparono le elezioni amministrative, tenutesi il
15-16 maggio in diverse regioni, con i referendum abrogativi del
12-13 giugno. Allora il mancato risparmio fu calcolato in circa
115 milioni di euro. Risorse pubbliche così ingenti devono essere
impiegate per far fronte a emergenze decisamente più urgenti”