“Ancora una volta la minoranza più numerosa presente nello Stato italiano non è stata rispettata. L’assenza della lingua friulana nel contratto di servizio con la Rai è l’ennesima e ingiusta disparità che il nostro popolo subisce”. Il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini commenta, con toni accesi, la mancanza della marilenghe nello schema di convenzione Governo-Rai recentemente approvato dal Consiglio dei ministri e punta il dito contro i parlamentari eletti in Fvg (e l’affondo va in particolare al capogruppo del Pd alla Camera), ma ancor di più contro la Giunta regionale. “Dall’assessore alla cultura Gianni Torrenti, nel corso della Festa del 3 aprile del 2016, era giunto l’impegno per una maggior presenza del friulano nel nuovo contratto di servizio Rai affiancando, addirittura, oltre alla programmazione radiofonica anche quella televisiva. Il risultato, invece, – sottolinea Fontanini – si è rivelato tutt’altro: altro che radio e tv in marilenghe, il friulano è stato escluso dalla Rai e al suo posto è entrato il sardo che prima non c’era. Davvero un grande capolavoro che ci riserva un’altra beffa: la durata decennale della convenzione. Di dieci anni è, infatti, la durata della convenzione che entrerà in vigore il prossimo 1 maggio. Il primo contratto di servizio che prevedeva programmi in friulano alla Rai – ricorda Fontanini – risale al Governo Berlusconi con l’allora Ministro Romani e aveva durata triennale. Con un arco temporale di dieci anni, davvero, per il friulano nel servizio pubblico non c’è più speranza”.
Per il presidente Fontanini, il Governo regionale deve rimediare immediatamente alla situazione. “Serracchiani e Torrenti devono trovare una soluzione per inserire il friulano nello schema di convenzione con il servizio pubblico radiotelevisivo – conclude Fontanini – e, se necessario, finanziare direttamente la programmazione. Un atto dovuto, il minimo che debbano fare per sostenere concretamente e non solo a parole, la minoranza friulana”.