“Accordi diplomatici con Afghanistan e Pakistan e un luogo in regione (potrebbe essere l’ex Cie di Gradisca) o una struttura nel vicino Veneto, per velocizzare le procedure di rimpatrio per gli stranieri che non hanno titolo a rimanere sul nostro territorio”. Sono i provvedimenti che il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini ritiene urgenti e necessari per contenere il problema dell’immigrazione nella nostra regione. Misure che prendono spunto dal decreto legislativo 13/2017 emanato dal Ministro dell’Interno Marco Minniti (“Disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell’immigrazione illegale”), normativa che è stata diffusamente analizzata nel seminario organizzato dal Centro di documentazione urbana e sicurezza (Cedus) che si è svolto questa mattina a palazzo Belgrado al quale sono intervenuti anche il procuratore Antonio De Nicolo, per la prefettura di Udine Sandra Cavalieri, per il Comune di Udine l’assessore Gabriele Giacomini. “L’immigrazione è un problema drammatico – ha esordito il presidente Fontanini –, queste nuove disposizioni hanno rinnovato le modalità per gestire la situazione anche se non sono ancora sufficienti poiché i flussi continuano ad aumentare di circa il 40% rispetto allo scorso anno. Nel nostro territorio – ha ricordato il presidente – l’immigrazione arriva dai paesi asiatici, da Afghanistan e Pakistan. L’opinione pubblica friulana è preoccupata per la presenza di questi giovani che chiedono aiuti, un lavoro. Opportunità, quella occupazionale, difficile anche per la nostra comunità vista la crisi economica. Ecco perché vanno prese misure ancora più efficaci e, questi decreti, sebbene ancora deboli, vanno nella giusta direzione. Si parla di accordi consolari con i paesi africani per risolvere alla radice il problema degli arrivi. Queste intese vanno ampliate ad altri Stati e, nel nostro caso, all’Afghanistan e al Pakistan. Poi c’è il problema delle forze dell’ordine oberate dai trasferimenti e dalle procedure di rimpatrio formalizzate in territori lontani dal nostro (Torino, Roma, Caltanissetta o Brindisi) con tutte le problematiche che la lontananza comporta. E’ quindi necessario che, – ha commentato Fontanini – nella nostra regione o nel vicino Veneto, vi sia un luogo per riorganizzare i rimpatri di chi non ha titolo a stare sul nostro territorio”. Auspicio espresso durante i lavori da Stefano Pagani, vicequestore aggiunto, dirigente dell’ufficio immigrazione della Questura di Udine in quanto una struttura più vicina consentirebbe di rispettare la normativa in poche ore e con pochi costi. Sul decreto è intervenuto anche il sostituto procuratore Giorgio Milillo che ha illustrato le modifiche al Codice penale operate dal decreto 13, i mutati compiti per gli organi di polizia giudiziaria nonché le competenze delle nuove sezioni specializzate in materia di immigrazione presso i Tribunali.
Nell’incontro è stato inoltre approfondito il decreto 14/2017 “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza nelle città”, “provvedimento – come ha ricordato Sergio Bedessi, presidente del Cedus – interessante per gli enti locali perché influisce positivamente sulla sicurezza urbana migliorando i poteri del Sindaco che può emettere ordinanze su questo tema per gli articoli 50 e 54 del Tuel. Il decreto inoltre ipotizza il divieto di occupazione di aree vicino alle stazioni ferroviarie, di autobus, giardini pubblici, luoghi monumentali che il Comune può inserire tra quelle sottoposte a particolare tutela. Oltre alla sanzione amministrativa, ai trasgressori viene imposto anche l’obbligo di allontanamento. Chi fa la sanzione intima contemporaneamente al contravventore di allontanarsi da questa area. Un ordine di allontanamento che viene trasmesso alla Questura la quale, in caso di reiterazione del divieto, può emettere a propria volta un “Daspo urbano”. Si tratta di misure importanti – ha concluso Bedessi – per il governo della sicurezza urbana, la stessa definizione di “sicurezza urbana” assurge a ruolo di definizione normativa, fornendo agli enti locali e agli organi di polizia misure di contrasto e di controllo del territorio più efficaci”. I dettagli del decreto sono stati approfonditi dall’avvocato Fabio Piccioni.