Di fronte alle idee riformiste
che il presidente Tondo esterna quotidianamente, sembra di
assistere più a un suo voler apparire a tutti costi che alla
voglia di un reale cambiamento.
Lo afferma Gianfranco Moretton, capogruppo PD in Consiglio
regionale, che aggiunge.
La confusione regna su tutto, basti pensare alle ultime proposte
di Tondo, buttate giù quasi a vanvera in Consiglio regionale lo
scorso settembre, poi in parte superate dopo aver costatato
l’impossibilità di attuarle per l’incompetenza della Regione. E
ora, anche l’idea di riformare gli ERDISU e le ATER si scontra
con i problemi che il Pdl e la maggioranza che lo sorregge hanno
al loro interno.
Una situazione pasticciata che non prelude a nulla di buono,
perché non si comprende la reale idea di riformismo della
Regione, delle Autonomie locali, delle Province e degli enti
subordinati. L’unica parola magica che pronuncia il presidente
Tondo è: nominiamo un commissario, quasi fosse il rimedio
universale di tutti i mali.
Come è facile comprendere – così ancora Moretton – la gestione
commissariale è solo un palliativo per nascondere l’incapacità di
Tondo di proporre soluzioni che diano una svolta reale alle
richieste di cittadini, amministratori e imprese. Noi, invece,
proponiamo proposte di legge concrete e sfidiamo il centrodestra
a discuterle lasciando da parte le costose e infinite gestioni
commissariali, come quelle delle Comunità montane che dopo più di
tre anni dalla loro nomina continuano a esistere.
Nell’edilizia residenziale pubblica urge una riforma dei
contenuti e non dei contenitori, ma senza i pasticci della Lega
che hanno già causato l’impugnazione di norme inique dinanzi alla
Corte costituzionale. Il commissariamento delle ATER creerà
immobilismo nell’accesso alle case popolari in un momento in cui
le famiglie hanno maggiore bisogno di un sostegno sociale.
Sfidiamo Tondo a discutere sulla proposta di legge che il PD ha
già depositato per una riforma condivisa ed efficace degli
ERDISU, che eviti di creare disfunzioni e disorganizzazione ai
vari portatori d’interesse che ruotano attorno al mondo
dell’Università e che riduca gli attuali Consigli di
amministrazione, senza togliere rappresentanza al mondo
studentesco, pur conseguendo una riduzione dei costi.
Per una buona riforma delle ATER non si può prescindere dalla
loro rappresentanza territoriale e da una gestione difficile dei
30.000 alloggi. Basterebbe cancellare gli attuali cinque Consigli
di amministrazione e gli altrettanti Collegi dei revisori,
sostituendoli con organi monocratici, per risparmiare più di
350.000 euro ogni anno. Si potrebbe pensare a una
razionalizzazione dell’attuale rappresentanza territoriale delle
ATER per ottenere altri consistenti risparmi.
Purtroppo nulla di tutto ciò Tondo vuol fare – conclude Moretton
– perché vuole evitare di presentare una riforma organica al
Consiglio regionale preferendo il commissario per prendere tempo,
dal momento che nel 2013 si voterà e potrà sempre dire che il
commissario sta pensando a come fare una buona riforma. Lavarsi
le mani come Ponzio Pilato non è proprio il modo migliore di
governare.