L’intesa, nasce su proposta della consigliera di parità della Provincia di Pordenone, Chiara Cristini. Ciriani: «un punto di arrivo ma anche, e soprattutto, un punto di partenza alla promozione di atti concreti che non riguardano il solo universo lavorativo femminile ma i lavoratori in toto».
L’esigenza di promuovere localmente soluzioni innovative e flessibili di conciliazione, valorizzando e potenziando le buone prassi ed i servizi già esistenti, ma anche favorendo l’attivazione di nuovi, purchè vicini alle esigenze delle famiglie e delle imprese, al fine di incidere efficacemente sulle opportunità occupazionali dei genitori lavoratori e in particolare delle madri ma anche la necessità di ripensare la domanda di welfare proveniente dal mondo del lavoro in termini di opportunità di innovazione sociale ed economica, attraverso forme che includano la responsabilità sociale di impresa e lo sforzo propositivo e progettuale di soluzioni “di sistema” efficaci per il contesto locale e basate sulla capacità di creare reti strategiche tra tutti gli attori coinvolti dalle problematiche derivanti dalla conciliazione: privato, pubblico/privato, profit e non profit. Questi gli obiettivi dell’accordo di collaborazione territoriale per la promozione della conciliazione famiglia-lavoro nel mercato del lavoro della provincia di Pordenone, sottoscritto questa mattina, nella sede della Provincia, su proposta della consigliera provinciale di parità, Chiara Cristini, da Provincia, rappresentata dal presidente Alessandro Ciriani, Confindustria, Confartigianato, Confcooperative, Legacoop, Confcommercio, Cgil, Cisl, Uil, Camera di Commercio.
CRISTINI – «L’accordo, rappresenta una sperimentazione che vuole affrontare in maniera concreta un fenomeno che abbiamo studiato in questi mesi, quello della conciliazione dei tempi vita-lavoro. I dati relativi all’occupazione femminile nel mercato del lavoro della nostra provincia – ha spiegato Cristini – sono superiori sia al dato regionale, sia nazionale, tuttavia rimangono inferiori rispetto al valore maschile ad indicare che non è stato pienamente conseguito un quadro di completa parità nel lavoro in riferimento all’accesso e permanenza nel mercato del lavoro locale e che permangono dei vincoli alle opportunità di occupabilità femminili».
PROBLEMATICHE VITA-LAVORO – Numeri alla mano, nel 2013, il tasso di occupazione femminile è stato del 56,5% a fronte del 72,7% maschile, valori superiori alla media regionale e regionale, ma con un gender gap di 16,2 punti percentuali, così come il tasso di disoccupazione femminile è di 9,5% a fronte di un 6,7% maschile. Il problema dell’occupabilità femminile riguarda in particolare alcune fasce della popolazione femminile, tra cui le madri con figli in età prescolare e scolare e le persone gravate da carichi di cura. «Ancora più grave il fatto che, dal 2010, nel pordenonese, siano state complessivamente oltre 300 le dimissioni di neomadri, costrette a questa difficile scelta dalla difficoltà di conciliare tempi lavoro-famiglia, per impossibilità di fruire di forme di orario parziale o flessibile, per la mancanza di familiari cui affidare i figli, per il costo elevato dei servizi alternativi». «Siglare oggi questo accordo, partendo da casi concreti, significa – ha concluso la consigliera provinciale di parità – ritrovarci ogni quattro mesi, seduti allo stesso tavolo, per ragionare insieme sulla ricerca di soluzioni da cui ripartire per superare questa problematica che va oltre alla pari opportunità, in un’ottica di conciliazione multi dimensionale, proponendo soluzioni integrative all’azione istituzionale».
CIRIANI – «Un punto di arrivo ma anche e soprattutto un punto di partenza – ha osservato il presidente dell’ente Provincia Alessandro Ciriani – alla promozione di atti concreti che non riguardano il solo universo lavorativo femminile ma i lavoratori in toto. E’ evidente che, una buona qualità della vita, senza troppe ansie e preoccupazioni farà aumentare la produttività stessa del lavoratore, facendone guadagnare sia all’azienda che alla propria famiglia».