“La Regione Fvg tolga le indennità di accompagnamento per i disabili dal calcolo dell’Isee”. L’appello è dell’assessore provinciale alle politiche sociali Elisa Asia Battaglia che, già nel giugno del 2014, di fronte al decreto del governo sulle nuove disposizioni per il calcolo dell’Isee entrate in vigore a gennaio 2015, aveva esortato a non includere nella determinazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, tra i redditi, gli assegni familiari, le pensioni di invalidità e anche le indennità di accompagnamento. “L’inclusione di queste somme va a modificare il risultato finale del calcolo precludendo a queste persone il diritto ad accedere a prestazioni e servizi necessari o, in alternativa, dover pagare una quota di compartecipazione. Una evidente violazione dei diritti di pari opportunità tra le persone abili e disabili” rincara Battaglia. “La Regione affronti una questione socialmente rilevante come questa – rileva l’assessore provinciale – che riguarda molte persone e le loro famiglie e il loro legittimo diritto a trattamenti e scelte eque. E’ ingiusto, infatti, conteggiare nell’Isee fonti di reddito che servono per la sussistenza stessa delle persone con disabilità: non si può accettare che indennità come quella di accompagnamento e la pensione d’invalidità civile possano essere considerate vere e proprie fonti di reddito; sono diritti che consentono di avere pari opportunità nei confronti di chi non ha una disabilità. Queste somme vanno considerate, invece, prestazioni economiche che garantiscono livelli essenziali di vita a persone che hanno perso la capacità di produrre reddito o non sono autosufficienti””””.
“Si tratta – prosegue Battaglia – di un sistema iniquo e mal applicato (di cui il Tar del Lazio ha pronunciato l’illegittimità ma ora si attende il verdetto del Consiglio di stato) che non ha centrato l’obiettivo prefissato: la maggiore equità e omogeneità per garantire a tutti i cittadini, in particolare alle persone con disabilità e ai loro familiari, di accedere più facilmente alle prestazioni sociali agevolate”. “Appare ingiusto, a esempio, – spiega Battaglia – per un servizio come un abbonamento agevolato ai trasporti per un parente di una persona disabile (figlio, fratello, genitore…), considerare un Isee in cui si tiene conto anche dell’indennità di accompagnamento o della pensione di invalidità corrisposta al familiare con disabilità; tali somme vengono identificate come importi che “arricchiscono” questa famiglia rispetto ad un’altra che, a parità di requisiti (reddituali, patrimoniali, di numero di componenti), non ha queste indennità che quindi non vengono calcolate nell’Isee. Entrando nell’Isee, queste misure che servono per l’assistenza o il sostentamento delle persone disabili, perdono la loro finalità e diventano somme che generano maggiori esborsi per le famiglie o precludono, a esempio, la possibilità di ottenere servizi o prestazioni a prezzi agevolati”.