La Provincia di Udine prosegue lungo la strada che si è data per giungere alla chiusura delle vecchie discariche di inerti. La Giunta ha recentemente approvato la costituzione in giudizio contro tre gestori di impianti che, pur avendo da tempo terminato i conferimenti di rifiuti, non hanno provveduto ancora ai lavori di chiusura.
La genesi di questi contenziosi risale ormai a dodici anni fa, quando un nuovo decreto nazionale impose requisiti minimi obbligatori anche per le discariche in esercizio, prevedendo che, per proseguire l’attività, i gestori dovessero mettere in atto importanti e costosi adeguamenti tecnici. Ben pochi sono stati coloro che hanno presentato progetti di adeguamento approvabili; per la gran parte, infatti, la Provincia li ha respinti dettando disposizioni per la chiusura delle discariche.
Queste, che fino ad allora avevano rappresentato una importante fonte di reddito, sono all’improvviso divenute una spesa, fatto questo che, unitamente alla crisi economica, ha portato alcuni imprenditori al fallimento delle proprie aziende, scaricando così sulla pubblica amministrazione (e quindi con i soldi di tutti) gli oneri di chiusura. Sensibilmente diverso è il caso delle discariche comunali di rifiuti inerti, assai frequenti nel nostro territorio, le quali hanno storicamente rappresentato un’attività di servizio dell’amministrazione nei confronti dei cittadini, più che una “entrata” per le casse comunali. Tuttavia, la mancata approvazione dei piani di adeguamento e la conseguente necessità di procedere con la chiusura degli impianti, che ha visto la Provincia pazientare con decine di proroghe, non può più cedere il passo di fronte alle croniche ristrettezze di bilancio delle amministrazioni comunali.
“E’ da mesi che abbiamo in corso incontri e tavoli tecnici con gli uffici regionali – dice l’assessore all’ambiente della Provincia di Udine Carlo Teghil – e consci delle oggettive difficoltà in cui si trovano i Comuni, abbiamo messo a disposizione un milione e mezzo di euro per finanziare questi interventi, ma la Regione non è ancora in grado di trovare un canale per rendere questi fondi realmente disponibili”. Nel frattempo la Provincia non può che proseguire lungo la strada delle opposizioni in Tribunale, per impedire ad imprenditori di dileguarsi non appena le loro discariche diventano una voce di costo.