“È la classica tempesta in un
bicchier d’acqua, prodotto della chiacchiera politica che riesce
più a dividere che a unire”.
Il commento è del consigliere regionale Pd-Slovenska skupnost
(Unione Slovena) e vicepresidente del Consiglio regionale del FVG
Igor Gabrovec in merito alla polemica innescata attorno alla
recente campagna di promozione turistica della Slovenia.
“Innanzitutto va sottolineato che non corrisponde a verità che
sia stata tradotta in italiano soltanto la denominazione Brda,
conosciuta ai più in Italia appunto come Collio sloveno. I due
video promozionali sloveni, rivolti al pubblico italiano, ad
esempio parlano anche del fiume Isonzo, in sloveno sarebbe Soca,
delle grotte di Postumia, in sloveno Postojnske jame, delle
Saline di Sicciole, in sloveno Secoveljske soline, con l’intento
direi condivisibile di raggiungere il targhet di pubblico
destinatario del messaggio”.
“Detto ciò – aggiunge Gabrovec – non posso non considerare che in
ogni caso il Collio italiano è un territorio morfologicamente
pressoché identico alle Brda slovene, accumunati anche da un
naturale e armonico intreccio di lingue e tradizioni. Vale lo
stesso per il Carso che è Kras. Sono territori identici, che
respirano assieme e come tali andrebbero – a mio modo di vedere –
promossi accomunandoli in percorsi condivisi nelle rispettive
eccellenze, pregi culturali, storici, architettonici,
naturalistici e, non me ne voglia nessuno, anche enogastronomici.
Per i viaggiatori d’oltre oceano Roma è semplicemente vicina a
Pompei e a Firenze, a Milano e a Venezia. Così come Trieste e
Ljubljana sono a un tiro di schioppo. Figuriamoci Gorizia
(Gorica), San Floriano (Steverjan), Cormons (Krmin) dalla parte
italiana e Nova Gorica, Dobrovo o Medana dalla parte slovena di
un confine che è, dopo tanti sforzi e se continueremo a
impegnarci in tal senso, sempre più una semplice linea rossa
sulle carte geografiche”.
“Altro invece – sostiene il consigliere regionale esponente della
minoranza slovena del FVG – sono le denominazioni vitivinicole e
i marchi tutelati, dove ben sappiamo che il Collio in etichetta è
oggi riservato all’area collinare italiana. Concordo quindi con
quanto affermato dall’assessore regionale Shaurli che invita a
non confondere le questioni. Pensiamo invece, insisto io, a
ragionare su programmi e pacchetti turistici promozionali comuni
di quest’area sulle maggiori piazze mondiali, un territorio che
non potrà che svilupparsi congiuntamente. Il ruolo della politica
è delle pubbliche amministrazioni è di unire e favorire spazi
comuni che ci rendano più forti, attrattivi ed interessanti. Sono
certo che anche l’empasse attorno al Teran-Terrano saprà portarci
a fare un nuovo passo verso la consapevolezza di appartenere a
territori comuni, ricchi e unici” conclude Gabrovec.