Barberio, “I costi di produzione lievitano e compromettono la competitività dei nostri prodotti”
Nuova batosta per il mondo agricolo. La finanziaria nazionale ha diminuito del 23% il quantitativo di gasolio agricolo a tariffa agevolata assegnato agli imprenditori in base alla superficie dei terreni. “Una difficoltà in più e non di poco conto considerate le vessazioni cui già la categoria deve far fronte” è la denuncia dell’assessore provinciale all’agricoltura Leonardo Barberio. Esaurita la scorta assegnata, l’agricoltore deve rivolgersi al distributore e quindi acquistare il carburante a prezzo pieno “con costi di lavorazione e produzione – rileva Barberio – che inevitabilmente crescono e si riflettono poi sul prezzo finale del prodotto compromettendone la competitività rispetto ai prodotti stranieri”. Ma la dotazione in calo del gasolio agevolato, non è l’unica problematica che affligge la categoria. Barberio, infatti, denuncia il notevole ritardo di applicazione del Piano di sviluppo rurale 2014-2020. “Siamo già fuori dalla tabella di marcia di un anno – rincara Barberio – e, avanti di questo passo, anche il 2015 si chiuderà con un nulla di fatto. All’origine, le 425 osservazioni formulate dall’Ue cui la Regione deve rispondere riformulando il programma da sottoporre all’approvazione definitiva. Questi tempi mal si conciliano con le esigenze del settore”. Dito puntato anche contro la dotazione finanziaria del nuovo Piano di irrigazione del Friuli Venezia Giulia che prevede 30 milioni in tre anni (“una cifra troppo esigua per le esigenze di tutta la regione”, commenta Barberio) e sull’Imu agricola imposta sui terreni collinari e montani. “Questa nuova tassa azzera i guadagni delle lavorazioni perché – spiega Barberio – in diversi casi viene applicata su terreni che contribuiscono in maniera molto marginale al reddito dell’impresa”. A incidere pesantemente sui costi a carico degli agricoltori, anche le nuove regole per la taratura degli impianti di diserbo e lo smaltimento dei contenitori utilizzati nel processo. La spesa può arrivare fino a diverse centinaia di euro. “Pur essendo regole corrette poiché finalizzate ad un uso ottimale di questi prodotti a tutela dell’ambiente – precisa Barberio –, le cifre richieste sono insostenibili specie per i piccoli agricoltori che rappresentano la fetta più consistente della categoria. E’ impensabile che a queste condizioni, unite a una burocrazia asfissiante, i nostri prodotti possano competere. C’è da sperare poi che sul settore non si scagli un’altra tegola: l’aumento, annunciato tempo fa dal premier Renzi, dell’Iva al 25,5%. In questo caso, in una situazione già al limite, con bilanci fragili, i conti non torneranno e molte aziende saranno costrette a chiudere”. Unica nota positiva arriva dal contesto macroeconomico: l’abbassamento del costo del petrolio che si riflette sul prezzo dell’energia e la svalutazione dell’euro “strategica per rendere concorrenziali i nostri prodotti rispetto a quelli esteri sia sul mercato interno sia sullo scenario mondiale”. “Ma – avverte Barberio – si tratta di una fase transitoria; il settore necessita di risposte strutturali per dare continuità sia alle produzioni locali ma anche alla salvaguardia del territorio”.