L’ultima denuncia è della Diocesi di Concordia-Pordenone:
nei dormitori, alle mense aumentano gli uomini separati ridotti in povertà, tanto che è
nato il progetto della “Casa dei padri separati”.
Il dramma è condiviso da migliaia di padri in Friuli Venezia
Giulia e sempre più parti della società civile sollecitano
interventi. Una risposta arriva con una proposta di legge
regionale a favore dei padri separati, che porta la firma del
consigliere regionale del Gruppo Misto, Mara Piccin.
“È una proposta – afferma Piccin – che si presenta come un
contributo originale alla materia che non trova a oggi una
disciplina in ambito regionale. È una questione senza colore e
spero si trasformi in un’opportunità di lavoro che accomuni tutti
gli schieramenti del Consiglio regionale”.
Piccin continua: “Ormai separarsi è una cosa da ricchi. Lo stato
di padre separato si traduce di fatto nell’impossibilità di
riuscire a offrire ai figli una vita di relazione”.
Attraverso una serie di aiuti, la legge si propone l’obiettivo di
consentire al padre separato di continuare a fare il papà,
condividendo la vita dei figli. “Si intende offrire sostegno di
carattere economico e psicologico – spiega la promotrice Piccin –
nonché dare supporto per fornire un’abitazione a quei padri che,
nel periodo della separazione, rischiano di non avere una stabile
dimora”.
La consigliera pordenonese conclude: “Oggi più che mai è
necessario un intervento legislativo a garanzia dei diritti
sociali riconosciuti ai singoli e alle famiglie dalla
Costituzione, che riconosca l’importanza del ruolo genitoriale e
ponga in essere modalità di intervento a sostegno delle famiglie
monoparentali. La mia proposta di legge si pone in questa
direzione”.