Dopo il mondo friulano della scuola che si è mobilitato per la domanda di grazia per il preside friulano Livio Bearzi, è la volta anche della politica friulana: la giunta provinciale guidata dal presidente Pietro Fontanini ha sottoscritto all’unanimità la richiesta – da far pervenire al Capo dello Stato – per fare in modo che la condanna a 4 anni di reclusione emessa dalla Cassazione al termine del processo per la morte di tre studenti, avvenuta il 6 aprile 2009 a L’Aquila, venga cancellata, come pure l’interdizione dai pubblici uffici, evitando anche il licenziamento che il dirigente rischia. Sotto le macerie del convitto nazionale Cotugno, all’epoca guidato da Bearzi, persero la vita tre adolescenti. La giustizia italiana ha individuato il preside quale colpevole. “Siamo di fronte ad una vera ingiustizia: sappiamo molto bene che le responsabilità addossate ad un dirigente rischiano di diventare un capro espiatorio pericoloso. Il dirigente che mezzi aveva per evitare quanto è accaduto?”, si domanda il presidente.
La giunta provinciale ha ritenuto doveroso dare un segnale di forte vicinanza e solidarietà al preside con la formalizzazione della richiesta di grazia. Alla scuola Manzoni e alla IV Novembre è già partita la raccolta delle firme in calce alla petizione promossa dal Terzo comprensivo udinese, di cui Bearzi era preside.