La Giunta regionale, incontrando oggi a
Trieste le parti sociali, ha avviato il percorso di concertazione
e condivisione su “Rilancimpresa”, il Piano di sviluppo del
settore industriale in Friuli Venezia Giulia.
Il Piano, già anticipato a gennaio nelle linee principali
nell’ambito della vertenza Electrolux, mira a rilanciare il
settore manifatturiero, affrontando anche la difficile fase di
crisi del settore industriale, hanno indicato la presidente della
Regione Debora Serracchiani ed il vicepresidente e assessore alle
Attività produttive Sergio Bolzonello.
A partire dall’analisi della difficile congiuntura, il Piano
propone come linee fondamentali di sviluppo per il settore
l’innovazione, l’internazionalizzazione, il rilancio degli
investimenti in tecnologia, lo sviluppo delle opportunità della
“green economy”, l’applicazione strategica dei principi della
responsabilità sociale d’impresa, che può contribuire alla
maggiore competitività sui mercati esteri.
Nel Piano, oltre al potenziamento degli strumenti operativi per
fronteggiare le situazioni di crisi, che combinano misure di
politica attiva del lavoro e politiche industriali, vengono
tracciate le tre direttrici di intervento per il rilancio del
settore industriale: azioni per una nuova manifattura
competitiva; attrazione di nuovi investimenti; semplificazione
nelle procedure.
IL RILANCIO DEL MANIFATTURIERO
Il Friuli Venezia Giulia risulta una delle regioni italiane a
maggiore vocazione manifatturiera: a partire da questo patrimonio
industriale e artigiano, le azioni mirano a restituire
competitività al settore, che con la sua ricchezza di
specializzazioni, di competenze, d’innovazione può tornare a
rappresentare un punto di forza dell’economia FVG, dopo la
difficile fase della crisi, trainando anche settori del terziario
avanzato e dei servizi, creando valore aggiunto e difendendo e
aumentando l’occupazione.
In questa direzione, il Piano propone una traiettoria di sviluppo
per il settore industriale che passa attraverso nuovi
investimenti in tecnologia, internazionalizzazione verso i
mercati più promettenti, ricerca e sviluppo per nuove produzioni
e processi produttivi innovativi, nuova impresa per rinnovare
anche il mondo imprenditoriale. Con il potenziamento della
“governance” esercitata dalla Regione vengono di conseguenza
individuati come partner fondamentali per il rilancio del settore
tutti gli attori del sistema a supporto dello sviluppo economico
della regione, a partire dal sistema delle partecipate, Friulia,
Mediocredito FVG, Finest.
L’obiettivo è una nuova manifattura tecnologicamente avanzata,
rinnovata nei processi produttivi, innovativa nelle produzioni,
presente sui mercati emergenti, capace di creare valore aggiunto
e di difendere e sviluppare l’occupazione. E parallelamente non
mancherà il supporto alla nascita di “start up” innovative e
nuove imprese, anche per rinnovare la base imprenditoriale.
Per conseguire questo risultato, saranno importanti i fattori di
contesto, prima di tutto la mobilitazione di tutti gli attori del
sistema a supporto dello sviluppo economico, ma anche la capacità
di utilizzare le leve disponibili per migliorare l’attrattività
del territorio anche per nuovi investimenti, in particolare nel
settore industriale.
Un ruolo di primo piano, in questo senso, sarà affidato ai
consorzi di sviluppo industriale, da rivedere nei compiti,
nell’articolazione, nelle funzioni, per renderli il primo punto
di contatto per nuovi insediamenti.
UN SISTEMA DI INCENTIVI PER ATTRARRE NUOVI INVESTIMENTI
Importanti quindi le infrastrutture, la capacità di attivare un
sistema di incentivi completo e attrattivo, che utilizzi anche la
leva fiscale, nei limiti stringenti previsti dalla normativa
comunitaria, con l’ambizione di rendere la regione una
destinazione privilegiata per nuovi investimenti.
Anche le specializzazioni tradizionali, in questo percorso,
potranno trovare nuove opportunità di rilancio, come già avviene
per singoli “sottosettori” o nicchie ad elevato valore aggiunto,
valorizzando le proprie capacità in collaborazione con gli altri
segmenti produttivi, in un’ottica di filiera. In questo senso, i
distretti saranno la base di partenza per aggregazioni di imprese
più ampie, in grado di intercettare le opportunità di
collaborazione e sviluppo su progetti e tematiche comuni alla
filiera produttiva.
Questa progettualità potrà essere alla base anche di una
strategia di specializzazione del territorio regionale.
Le azioni delineate dal Piano mirano ad accompagnare il rilancio
del settore industriale che gli analisti indicano a partire da
quest’anno in ripresa per quanto riguarda alcuni importanti
indicatori, come investimenti ed esportazione.
SINERGIE E CONVERGENZE CON LE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO
Le analisi indicano invece ancora grandi difficoltà a sviluppare
nuova occupazione, e quindi in quella direzione, oltre che nella
tutela dell’occupazione attuale, anche le politiche pubbliche di
sviluppo del settore industriale dovranno trovare sinergie e
convergenze con le politiche del lavoro.
Sarà quindi importante, oltre all’impegno per le Pmi, anche
l’attenzione alla grande impresa, per la sua capacità di
innovazione, di sviluppare indotto, di creare occupazione, in un
patto di responsabilità con il territorio, con le maestranze, per
un modello di sviluppo inclusivo e sostenibile che restituisca
benessere alla comunità.
Del pari, come detto, grande attenzione sarà rivolta alla
maggioranza delle imprese, di piccole e medie dimensioni,
affinché possano superare quei fattori di debolezza che le stanno
penalizzando in questa difficile fase.
Una traiettoria di sviluppo quindi che punta sul rilancio del
settore manifatturiero e della sua centralità nell’economia
regionale. La ricchezza delle specializzazioni tradizionali potrà
quindi coniugarsi con le nuove tecnologie, con le opportunità
dell’Ict, della “green economy”, facendo rete con altre imprese
anche in una logica di filiera.
IL SUPERAMENTO DELLA DIFFICILE CONGIUNTURA ECONOMICA
Tutto questo senza dimenticare la prima emergenza che impone di
affrontare con ogni strumento gli effetti della crisi. Vengono a
tale fine delineate due direttrici di intervento: accanto al
rilancio del settore manifatturiero, è prioritario dunque il
superamento dell’attuale difficile congiuntura, attraverso una
mobilitazione di sistema, che cerca di fronteggiare con tutti gli
strumenti disponibili le criticità imposte dalla forza della
globalizzazione, l’attrazione di economie a basso costo, risorse
sempre più soggette a vincoli e limitazioni.
Gli strumenti proposti prevedono un più efficace monitoraggio
della situazione, anche per individuare le situazioni di
difficoltà in fasi non irreversibili; l’approccio coordinato tra
politiche industriali e politiche del lavoro; la messa in campo
di strumenti innovativi per individuare pacchetti di possibili
azioni per le aree di crisi; l’attuazione degli strumenti già
messi in campo o in fase di elaborazione per le situazioni di
crisi industriale complessa.