Elevate anche sanzioni amministrative. Ad Amaro cacciatore multato per aver sparato a meno di dieci metri dalla strada
Nuova operazione antibracconaggio della Polizia Provinciale di Udine. Dopo la denuncia del mese scorso di due bracconieri intenti a praticare illecitamente la cattura degli uccelli a Colloredo di Monte Albano e a Fagagna e il successivo sequestro di una trentina di volatili privi di anello o di documentazione attestante la loro legittima provenienza e di alcune reti e trappole a scatto, sabato scorso, in comune di Reana del Rojale, la Polizia Provinciale, grazie all’attività di appostamento, ha individuato in flagranza di reato, una persona mentre stava sistemando una trappola per avifauna. Gli agenti hanno proceduto al sequestro di quanto rinvenuto nel corso dell’operazione: 7 volatili, panie invischiate e una trappola a scatto. Gli uccelli, in quanto idonei al volo, sono stati immediatamente liberati. Il soggetto controllato è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per la contravvenzione di cui al combinato disposto dall’art. 3 e dall’art. 30, lettera e), della L. 157/1992, (contenente norme sul prelievo venatorio e sulla tutela della fauna selvatica) per aver praticato l’uccellagione.
Sempre lo scorso fine settimana gli agenti hanno proceduto al controllo, nei comuni di Cassacco e di Reana del Rojale, di altri soggetti, cui è stata elevata una sanzione amministrativa per detenzione illecita di avifauna e di trappole vietate. Gli uccelli sono stati liberati e le trappole sono state messe sotto sequestro. Ad Amaro un cacciatore è stato invece sanzionato per aver sparato, nel corso dell’attività venatoria, a meno di dieci metri da una strada carrozzabile.
Le operazioni di Colloredo di Monte Albano, Fagagna, Artegna, Comeglians, Gemona, Chiusaforte, Reana e San Vito di Fagagna, condotte recentemente, dimostrano l’impegno degli agenti della Provincia di Udine nel combattere tale pratica illegale, che ormai pare molto attiva nella nostra Provincia, la quale, per la sua posizione geografica è interessata da varie direttrici delle rotte migratorie con la presenza di numerose specie di uccelli. Pratica sempre più frequente sul nostro territorio attraverso la quale vengono catturate illegalmente le varie specie per poi essere utilizzate come richiami vivi o commercializzate. Il “prezzario” dei volatili varia molto, anche a parità di specie, a seconda dell’utilizzo (richiamo per uso venatorio, piuttosto che riproduttore in allevamenti, ecc) o delle doti qualitative degli animali stessi quali canto, bellezza, rarità. In genere si va da 25-120 euro a soggetto per i fringillidi, ad esempio per il lucherino da 30 a 50 euro mentre per il ciuffolotto da 80 a 120 euro, circa 80-350 euro per i turdidi, ad esempio un tordo bottaccio può valere 80-120 euro, fino ad arrivare a somme 300-350 euro e oltre per tordi sasselli e cesene.